L'opinione: gli italiani non sono un popolo, ma tanti individui uniti dal tifo
Il popolo della sinistra pensante, ridotto a lumicino, attende ragioni capaci di smentire Salvini e la sua politica. Non insulti o semplici e discutibili sillogismi politichesi. La politica, quella vera, è dibattito di idee e scontro di pensieri"Gli Italiani non sono un popolo, ma tanti individui uniti dal tifo: pro o contro una squadra, pro o contro un politico; pro o contro, insomma. E, finito l'evento, ciascun per sé e Dio per tutti, come si suol dire!" Le parole, amare e difficili da incassare quanto da contraddire (!) sono di un mio amico francese che conosco dal 1976 o 77.
E la manifestazione cuneese contro Salvini, me l'ha ricordato, tanto che gli ho telefonato per scambiare quattro chiacchiere. Contro Salvini. Contro il "decreto sicurezza". Ovvero pro insicurezza... o no? Nessuna manifestazione dei cittadini coscienziosi dei valori in difesa della Costituzione ai tempi "non sospetti" in cui un presidente della Repubblica firmava le "leggi ad personam" di Silvio Berlusconi. O quando le votazioni politiche nel nostro Paese sembravano diventate un optional. Silenzio di tomba dei paladini della democrazia anche quando, ieri come oggi, giovani desiderosi d'integrarsi ai nostri valori occidentali vengono barbaramente puniti e financo assassinati perché colpevoli di aver rifiutato il velo islamico o le tradizioni medievali di religioni misogine e violente.
"Nessun dorma" invece quando, per la prima volta da decenni, nel Parlamento repubblicano accedono dei neofiti e scompaiono condannati, ladri e pluripregiudicati. Si riscoprono i valori di una Sinistra che fu nobile baluardo delle classi popolari, delle lotte partigiane contro fascismi e soprusi per adulterarla contro un ministro, una politica, un orientamento che si definisce a priori e senza contraddittorio. Per aiutare e sostenere i poveri immigrati, si dice. (Colpevolmente?) ignari del mercato degli esseri umani, che le lobby useranno per abbassare ancora il prezzo della manodopera e circoscrivere lo Stato sociale conquistato dalla Sinistra, quella vera, quella in cui mi riconosco, tra il secondo dopoguerra e gli anni Settanta del secolo scorso. Ignari anche dei poveri con passaporto italiano che bivaccano silenti negli angoli delle nostre città metropolitane. Per loro nessun sostegno, nessuna manifestazione.
Il popolo della sinistra pensante, ridotto a lumicino, attende ragioni capaci di smentire Salvini e la sua politica. Non insulti o semplici e discutibili sillogismi politichesi. Perché la politica, quella vera, è dibattito di idee, scontro di pensieri, scambio di prospettive. Dubbi, più che certezze. Io e il mio amico francese, con cui ho parlato per più di un'ora, sembriamo sulla stessa lunghezza d'onda. "E se quella di Salvini fosse la politica giusta condotta in modo sbagliato?!", conclude lasciandomi basito.
Claudio Rao
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