L'OPINIONE: la nuova legge sulle slot penalizza baristi e tabaccai
Le regole non sono uguali per tutti: avvantaggiate sale slot e scommesse. E il numero dei ludopatici difficilmente diminurà, anzi...
Ormai lo abbiamo detto in tutte le salse. Dal 20 novembre scorso, qualsiasi esercizio pubblico e commerciale, circolo privato e locale pubblico o aperto al pubblico, ad eccezione di sale giochi e sale scommesse, ha dovuto disattivare definitivamente e rimuovere gli apparecchi per il gioco lecito (Slot e Vlt) che si trovavano ad una distanza inferiore a trecento metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e inferiore a cinquecento metri per i comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti dai luoghi sensibili (comprendenti qualunque cosa).
Una legge che presenta molte contraddizioni, vediamo il perché. Per esempio, cosa c'entrano i luoghi di culto tra i 'luoghi sensibili'? Qual è il timore? Qualche ateista convinto potrebbe rispondere che la paura è che i fedeli, prima della messa, passino a giocare e non abbiano più spiccioli da mettere nel bussolotto. Singolare anche l'individuazione delle stazioni ferroviarie: è evidente che se uno si sposta in treno per andare a giocare farà quel piccolo sforzo per raggiungere la slot machine che dista più di 500 metri dalla stazione. Viene quasi da sorridere quando si legge degli istituti di credito e degli sportelli bancomat. È pratica diffusa, in molte sale da gioco, quella di avere un pos a disposizione dei clienti e di cambiare i soldi in contanti. Come si è intervenuti su questa pratica diffusa? Semplice, non si è intervenuti.
Si è fatto un gran parlare in questi giorni delle 'pressioni' che avrebbe avuto il Consiglio regionale dalla 'lobby delle sale da gioco'. Ma si dimentica un punto fondamentale, queste ultime hanno ancora tre anni per adeguarsi al regolamento e per il momento sono loro che possono guadagnare (acquisendo nuovi clienti) su un provvedimento sì restrittivo, ma solo nei confronti dei tabaccai e dei bar che tenevano slot al loro interno.
Siamo sicuri che questa legge contribuirà a contrastare la dipendenza dal gioco d'azzardo? Molto difficile. Anzi. È probabile che contribuirà ad aumentarla, perché coloro che erano abituati a giocare qualche euro dal tabaccaio o nel bar di fiducia, giocando in maniera controllata, si ritroveranno attratti da quelle immense sale da giochi in cui non ci sono orologi e le finestre sono coperte per non dare idea dello scorrere del tempo. E allora ecco che i due o tre euro settimanali rischiano di diventare duecento o trecento, se non duemila o tremila.
Le contraddizioni di questa legge sono molte. Se davvero il Consiglio regionale vuole contrastare le ludopatie imponga, a breve giro di posta, le stesse regole per tutti, non solo per qualcuno. E le inasprisca, perché queste non sono sufficienti a contrastare efficacemente il fenomeno. In caso contrario si prenda la responsabilità politica di aver favorito qualcuno a discapito di altri. Vedremo poi se il tempo darà ragione alla previsione secondo cui le persone affette da dipendenza da gioco aumenteranno. In tal caso le responsabilità saranno duplici.
Una legge che presenta molte contraddizioni, vediamo il perché. Per esempio, cosa c'entrano i luoghi di culto tra i 'luoghi sensibili'? Qual è il timore? Qualche ateista convinto potrebbe rispondere che la paura è che i fedeli, prima della messa, passino a giocare e non abbiano più spiccioli da mettere nel bussolotto. Singolare anche l'individuazione delle stazioni ferroviarie: è evidente che se uno si sposta in treno per andare a giocare farà quel piccolo sforzo per raggiungere la slot machine che dista più di 500 metri dalla stazione. Viene quasi da sorridere quando si legge degli istituti di credito e degli sportelli bancomat. È pratica diffusa, in molte sale da gioco, quella di avere un pos a disposizione dei clienti e di cambiare i soldi in contanti. Come si è intervenuti su questa pratica diffusa? Semplice, non si è intervenuti.
Si è fatto un gran parlare in questi giorni delle 'pressioni' che avrebbe avuto il Consiglio regionale dalla 'lobby delle sale da gioco'. Ma si dimentica un punto fondamentale, queste ultime hanno ancora tre anni per adeguarsi al regolamento e per il momento sono loro che possono guadagnare (acquisendo nuovi clienti) su un provvedimento sì restrittivo, ma solo nei confronti dei tabaccai e dei bar che tenevano slot al loro interno.
Siamo sicuri che questa legge contribuirà a contrastare la dipendenza dal gioco d'azzardo? Molto difficile. Anzi. È probabile che contribuirà ad aumentarla, perché coloro che erano abituati a giocare qualche euro dal tabaccaio o nel bar di fiducia, giocando in maniera controllata, si ritroveranno attratti da quelle immense sale da giochi in cui non ci sono orologi e le finestre sono coperte per non dare idea dello scorrere del tempo. E allora ecco che i due o tre euro settimanali rischiano di diventare duecento o trecento, se non duemila o tremila.
Le contraddizioni di questa legge sono molte. Se davvero il Consiglio regionale vuole contrastare le ludopatie imponga, a breve giro di posta, le stesse regole per tutti, non solo per qualcuno. E le inasprisca, perché queste non sono sufficienti a contrastare efficacemente il fenomeno. In caso contrario si prenda la responsabilità politica di aver favorito qualcuno a discapito di altri. Vedremo poi se il tempo darà ragione alla previsione secondo cui le persone affette da dipendenza da gioco aumenteranno. In tal caso le responsabilità saranno duplici.
Samuele Mattio
CUNEO ludopatia - Slot machine - Opinione - legge - Gioco d'azzardo patologico