“La fase 2 deve riguardare anche la libertà di andare a messa”
Le funzioni sul web non sono sufficienti al Popolo della Famiglia di Cuneo, che lancia un appello alle autorità del territorio“Con gli opportuni distanziamenti e le necessarie misure di protezione, la fase 2 deve riguardare anche la libertà di andare a messa sul nostro territorio e in tutto il Paese”.
Questa mattina, venerdì 24 aprile, il Popolo della Famiglia della provincia di Cuneo ha rivolto un appello alle autorità del territorio per la ripresa delle funzioni religiose. Molti parroci della Granda si sono organizzati per permettere ai fedeli di seguire le messe tramite il web, continuando a celebrarle regolarmente. Un surrogato che non è sufficiente al partito di ispirazione cristiana: “Non basta la promessa del ministro Lamorgese di far tenere i funerali con la sola presenza dei parenti stretti, se riaprono nei prossimi 20-25 giorni addirittura i negozi e i ristoranti reclamiamo come cittadini credenti anche l’accesso alla messa, con tutta la necessaria prudenza”.
Anche gli esponenti cuneesi del PdF, rappresentati a livello locale dal vicepresidente regionale, il saluzzesse Mario Nicola Campanella, si sono accodati alle richieste avanzate dal loro leader nazionale Mario Adinolfi: “Riaprire tutto e lasciare il divieto solo di andare a scuole e andare a messa appare a milioni di famiglie italiane come una scelta governativa incomprensibile, dettata da logiche che vedono solo l’economia come vitale per le persone. Non è così”.
Il giornalista, leader del movimento politico, ha ha sottolineato l’esigenza della Cei: “Non riuscirà l’operazione di chi vuole rappresentare il rapporto comunitario religioso come inessenziale e marginalizzabile nel chiuso delle proprie case, quando tutto riapre - ha concluso Adinolfi -. Sono operazioni tentate dagli Stati totalitari e sono caduti prima quegli Stati rispetto all’apparente debolezza della comunità dei credenti".
Redazione
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