La Granda perde 41 milioni di fondi PNRR per le reti idriche: il Comitato Acqua Bene Comune attacca
Il comunicato stampa diffuso dal comitato: "Manca una visione di lungo termine. Ce la possiamo ancora permettere questa politica?"Riceviamo e pubblichiamo.
Mentre ci stiamo appena lasciando alle spalle un’estate particolarmente siccitosa e stiamo entrando in un contesto di piogge violente che creano danni, rimane sempre più evidente che l’acqua è un bene particolarmente prezioso, capace di influenzare in modo drastico la vita delle persone, a livello mondiale con le migrazioni, a livello nazionale con la difficile equa distribuzione delle risorse e degli utilizzi, a livello locale con il reperimento di fonti sicure e di buone reti di distribuzione. Come affronta tutto questo la politica? A livello globale pensa a contenere le migrazioni invece che affrontarne le ragioni che la determinano, prima di tutto i cambiamenti climatici. A livello nazionale con una legislazione che fatica a contemperare le esigenze dei diversi territori ed ambiguamente non tiene conto dei referendum del 2011 contrari alla privatizzazione e mercificazione del SII.
A livello locale, e qui ci rivolgiamo alla nostra provincia di Cuneo, prospetta soluzioni che favoriscono principalmente i proprii bacini di voto e non l'interesse collettivo. Manca una visione di lungo termine, capace di affrontare equamente e democraticamente le necessità dei cittadini. Abbiamo appena assistito al rilancio dei progetti di grandi invasi che oltre al danno creato alle comunità locali non tengono conto di un bacino idrografico largamente compromesso: si evita di affrontare il danno agli ecosistemi, termine ormai desueto in politica. Quando poi beghe di bottega impediscono l’accesso ai fondi, già di per sé insufficienti, destinati agli acquedotti, ad essere danneggiati sono tutti i cittadini, sia con possibili carenze di fornitura, sia con un rincaro delle tariffe insopportabile per molti.
Ed è proprio il nostro caso: già nel 2020 i territori gestiti dal consorzio Aeta (EGEA) non avevano potuto sottoscrivere le richieste di accesso ai fondi nazionali per gli acquedotti in quanto essendo i gestori privati scaduti da tempo non potevano garantire il necessario cofinanziamento.
Ora non sono stati ammessi ai fondi PNRR gestiti dal Mims, sempre per gli acquedotti, i progetti presentati dai gestori e coordinati da Egato4, in quanto ufficialmente la gestione di Mondo Acqua era scaduta a fine 2021. Non citata per evidente ridondanza, la stessa anomalia persiste per i gestori Aeta scaduti nel 2017. Pur nella limitata probabilità di vedersi finanziati i progetti presentati (dei quasi 200 a livello nazionale solo una sessantina sono stati ammessi e solo una ventina finanziati per l’esiguità dei fondi) si prefigura in ogni caso un grave danno tariffario. I cittadini di tutta la provincia si vedranno caricati in bolletta i costi degli interventi, ormai non rimandabili, per l’eliminazione delle dispersioni delle tubazioni. Poco probabile un ripescaggio nella seconda tranche di progetti autunnale.
A breve altri bandi andranno a compimento per i settori fognature e depurazioni che, seppur gestiti in modo diverso dal MiTE, potrebbero incorrere nei medesimi inconvenienti. Di chi la colpa?
Sicuramente ed unicamente della politica locale che su diversi versanti è responsabile dello stallo nel subentro del gestore unico pubblico Cogesi. In prima istanza di tutti quei sindaci ed amministratori locali che hanno avversato la gestione pubblica con pretestuosi ricorsi che vengono smontati l’un dopo l’altro, con sfiancante lentezza, dal Tribunale Superiore delle Acque. I medesimi ora evitano accuratamente di dare corso all’obbligo di formare aziende totalmente pubbliche capaci di aggregarsi in Cogesi oppure, meno efficacemente, di entrare direttamente nel suo azionariato. Ma non si salva neppure la presidenza e la Conferenza d’Ambito di Egato4 che evitano da troppo tempo di stabilire date certe e percorsi definiti per il pagamento del Valore Residuo ed il subentro effettivo, trascurando i propri compiti istituzionali. Che dire poi degli amministratori e dei sindaci soci delle aziende già pubbliche che invece di collaborare con spirito unitario alla realizzazione del gestore unico sembrano molto più preoccupati di salvaguardare il proprio “orto di casa”?
Non ci sono più scuse, Cogesi ha individuato l’advisor nella società Valecap che entro fine ottobre dovrà indicare lo strumento adeguato per reperire i fondi necessari per il pagamento del VR ed il partner disposto a finanziarlo. La presidenza ed i componenti del consiglio di amministrazione si impegnino a presentare immediatamente un dettagliato e certo programma di subentro!
Nel frattempo i cittadini si recheranno alle urne per scegliere i loro rappresentanti al Parlamento; gli amministratori locali per votare il nuovo presidente della Provincia: né gli uni né gli altri potranno fare a meno di valutarli anche sotto l’aspetto del loro impegno per la gestione pubblica e democratica dell’acqua!
Comitato Cuneese Acqua Bene Comune
c.s.
CUNEO ABC