La Granda seconda provincia in Piemonte per incremento di contagi sulla settimana scorsa: più 38,8%
L'assessore Icardi ha illustrato i numeri che hanno portato la nostra regione in zona rossa. Il tasso di incidenza settimanale è di 314,3 casi per 100 mila abitantiIntervenendo al seminario on-line promosso da Confindustria Cuneo, l’assessore regionale alla sanità, Luigi Genesio Icardi, ha illustrato la situazione, aggiornata al 10 marzo, della diffusione del contagio, la quale ha condotto alla decisione dell’inserimento del Piemonte nella zona rossa da lunedì 15, decretata dal Governo.
Lo scenario attuale è preoccupante, con il tasso di incidenza settimanale, dal 3 al 9 marzo, attestato a 287,5 casi per 100.000 abitanti, quindi oltre il limite dei 250 che in automatico fa scattare la zona rossa. La Granda, con 314,3, è terza dopo il Verbano-Cusio-Ossola (380,2) e la provincia di Torino (361,9).
La provincia di Cuneo ha visto un incremento del 38,8% sulla settimana precedente, superata in questa graduatoria negativa soltanto dalla provincia di Novara (40,4%).
Questo impone anche la revisione delle strategie di contact tracing, gestire le quali diventa assai problematico quando il numero dei nuovi positivi supera i 2.500 al giorno, giacché, per ogni caso rilevato, si devono effettuare una trentina di telefonate. Del resto, non appena erano emersi i segnali della recrudescenza dell’epidemia, settimane addietro, la Regione aveva provveduto a prendere provvedimenti mirati sulla base delle indicazioni del Ministero della salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, identificando le aree a maggior rischio in collaborazione con sindaci, Als e prefetti e adottando misure restrittive, come la chiusura delle scuole e la delimitazione di circoscritte zone rosse.
Riguardo alla strategia di vaccinazione, in Piemonte essa procede come da direttive nazionali, con il coinvolgimento del personale sanitario e assistenziale e delle Rsa e avviando la somministrazione del siero agli over 80-84, ai disabili, al personale della scuola e delle Forze dell’ordine. Conclusa la vaccinazione delle categorie individuate dal Ministero, si inizierà con il resto della popolazione, con il supporto dei medici di famiglia e la collaborazione delle strutture sanitarie private e, è l’augurio di Icardi, dei datori di lavoro.
L’Assessore regionale ha parlato di "sfida da affrontare per le aziende e la sanità", per organizzare, ove possibile, la vaccinazione per i dipendenti presso il luogo di lavoro e, ove ciò non sia possibile, "incoraggiare i lavoratori a cercare la vaccinazione Covid-19 nelle proprie comunità, fornendo loro le informazioni su dove possano ottenere il siero".
L’esponente della giunta Cirio ha sottolineato i potenziali vantaggi per i dipendenti che si vaccineranno: prevenzione della malattia, riduzione delle assenze e delle visite mediche dovute alla patologia e minori preoccupazioni di contrarre e trasmettere il Covid-19.
Riguardo ai timori suscitati dalle recenti notizie sulle ipotesi di reazioni avverse ad alcuni dei vaccini disponibili, Icardi ha garantito "che il sistema di farmacovigilanza italiano è efficace ed efficiente" e ha affermato che, a maggior ragione, "potrà rivelarsi determinante collaborazione con le aziende al fine di dare più sicurezza ai lavoratori e alla popolazione". La Regione, ha annunciato l’Assessore, sta predisponendo un protocollo con linee guide per le attività vaccinali in azienda che si spera si possano avviare dopo le necessarie autorizzazioni a livello governativo.
Redazione
CUNEO coronavirus - Casi