La guerra in Ucraina blocca l’acquisizione completa della caserma Montezemolo
Entro fine anno i cantieri nella parte già acquisita dal Comune, ma per l’ex officina bisognerà attendere: “Non sia solo un’area fieristica” chiede la sinistra civicaTra il Comune di Cuneo e la proprietà dell’ex caserma Montezemolo c’è di mezzo la guerra in Ucraina. Lo si è scoperto nell’ultima seduta del Consiglio comunale, quando l’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale ha riepilogato le ultime vicende: l’amministrazione è entrata in possesso del complesso nel 2017, a seguito di un’istanza presentata all’Agenzia del Demanio. Era però rimasta fuori la porzione utilizzata come officina, all’epoca ancora in uso al Secondo Reggimento Alpini.
L’accordo prevedeva che anche quell’area sarebbe passata nella disponibilità della città una volta cessata l’attività. Il 23 dicembre scorso, venuto a conoscenza della dismissione, il Comune ha chiesto di completare l’acquisizione: il Demanio ha comunicato che era in corso la valutazione ma al momento, fa sapere Spedale, “questa ipotesi di percorso è sospesa a causa degli eventi sociopolitici in corso, ovvero la guerra in Ucraina”. Nel frattempo va avanti il percorso per la riqualificazione, per cui sono state presentate cinque domande di finanziamento. La giunta ha approvato il progetto definitivo nel settembre di due anni fa: entro la fine dell’estate sarà approvato quello esecutivo, a cui seguirà l’appalto prima della fine dell’anno. Sempre quest’estate verrà abbattuto l’edificio A, per cui sono state stanziate le somme nella variazione di bilancio proposta dall’assessore al Bilancio Fantino nel Consiglio comunale di maggio. “Tutto dovrà essere rendicontato entro il 2025 perché i fondi provengono dal Fondo Sociale Europeo” precisa il responsabile del Patrimonio: l’ammontare del finanziamento è di 5 milioni e 100mila euro, per il 79% finanziato dalla Regione e per il restante 21% dal Comune.
“Dobbiamo fare in modo che questa non diventi un’area per spettacoli da mille persone o fiere come l’Oktoberfest, ma un’area che faccia di Cuneo il polo attrattivo delle valli” commenta il consigliere Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), autore di un’interpellanza discussa nell’assemblea civica insieme a quella presentata sullo stesso tema da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni). L’opposizione di sinistra contesta l’evoluzione che il progetto sull’ex deposito carburanti ha avuto dopo il 2017, quando il documento Cuneo Accessibile l’aveva designata come polmone verde in collegamento con il Parco Fluviale.
Nel 2019, ricorda Bongiovanni, “l’amministrazione ha deciso per un cambio radicale di visione: la zona perde il senso di luogo verde storico ed è progettata come punto per spettacoli e fiere, con la prevista costruzione della piattaforma e di una sala polivalente. Non possiamo non evidenziare come i passaggi manchino di una loro sequenzialità logica”. Il consigliere sottolinea anche i rischi connessi al degrado della struttura: “Sul versante di corso Francia il fabbricato continua ad avere un nastro bianco e rosso legato agli alberi per impedire il passaggio pedonale, causa pericolo di distacco del cornicione. Occorre al più presto farsi portavoce presso l’amministrazione militare per la messa in sicurezza della facciata”.
“Il problema è che è già stato realizzato il piano definitivo, ma nessuno ne ha saputo niente” lamenta Sturlese: “Si è sviluppata molto l’ispirazione fieristico-mercatale, che disegna uno sviluppo della città nel futuro in termini completamente diversi. Vogliamo capire se la città sarà un continuum di fiere e feste o se ci sarà un’ipotesi legata alle problematiche ambientali”.
Andrea Cascioli
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