La Psa non arretra, Confagricoltura: "Servono una svolta nel contenimento dei cinghiali e più biosicurezza"
Il presidente provinciale Enrico Allasia: "I recenti episodi destano molta preoccupazione in tutta la filiera"L’aggravarsi del quadro epidemiologico relativo alla Peste Suina Africana in molte aree del Nord Italia, Piemonte compreso, non lascia affatto tranquilli i numerosi suinicoltori della provincia di Cuneo, cuore pulsante dell’economia zootecnica regionale e non solo. “Purtroppo, i recenti episodi destano molta preoccupazione in tutta la filiera e testimoniano che le misure adottate fino ad oggi, in particolare la loro attuazione sul campo, non sono state in grado di arrestare la malattia - dichiara il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia -. Da un lato occorre imprimere con forza una svolta nel contenimento dei cinghiali, principali vettori della malattia, ma dall’altro bisogna alzare ancor più la guardia in allevamento, predisponendo tutte le misure di biosicurezza necessarie per tenere lontana la Psa, come abbiamo specificato alla Regione a fine luglio. Se molto è già stato fatto, anche sotto questo aspetto, da parte degli allevatori, è necessario però prestare ancora più attenzione a tutte le operazioni svolte all’interno delle strutture aziendali, così come a quelle in ingresso e in uscita dalle stesse”.
Un messaggio in linea con quanto rimarcato formalmente dal nuovo Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza della Psa, Giovanni Filippini, che da poco nominato nel suo incarico ha emanato una serie di ulteriori misure urgenti e straordinarie mirate anzitutto a limitare, nelle zone di restrizione parte II e parte III di Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, la movimentazione non solo di suini, ma anche di persone, mezzi di trasporto e attrezzature da e verso gli allevamenti. Fondamentali sono poi la pulizia e disinfezione di abiti e calzature utilizzati in allevamento. In tutte le altre aree delle tre regioni interessate, è vietato l’accesso in azienda da parte di tutti coloro che non sono funzionali alla sua gestione.
Il rispetto di queste misure è cruciale per la salvaguardia del comparto suinicolo, così come in Piemonte è importante l’azione portata avanti parallelamente dalla Regione che di recente ha approvato due delibere con cui ha prolungato di un mese il calendario venatorio in Piemonte, come richiesto da Confagricoltura, consentendo la battuta al cinghiale ininterrottamente per quattro mesi dal 15 settembre al 15 gennaio e autorizzato i proprietari e conduttori di un fondo rurale di effettuare abbattimenti di cinghiali anche in un raggio di 500 metri oltre i confini del proprio appezzamento, servendosi di soggetti autorizzati incaricati dalle amministrazioni.
“Sono due provvedimenti molto attesi e di cui ringraziamo l’assessore regionale Paolo Bongioanni, che anche sul fronte della biosicurezza ha annunciato l’arrivo di nuove risorse per le aziende del settore, così da aiutarle ad effettuare interventi utili a sbarrare la strada al virus. Dobbiamo quindi procedere con un lavoro di squadra incessante e puntuale perché nessuno, tra gli attori della filiera e tra le amministrazioni pubbliche, può tirarsi indietro davanti a questa grave emergenza, se vogliamo continuare a tutelare un comparto fondamentale per tutta l’economia provinciale, regionale e nazionale” conclude Allasia.
c.s.
CUNEO psa