La Regione chiederà al Governo di equiparare i circoli a bar e ristoranti
Al momento le norme per la 'zona gialla' non consentono la riapertura di centri culturali e ricreativi: ''Non sono più pericolosi degli altri locali''“Mi farò portavoce presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per far sì che i centri culturali e ricreativi possano, in linea con i bar e i ristoranti, riprendere la propria attività di somministrazione. Questo perché il Dpcm in vigore per le zone gialle non ne prevede al momento l’apertura e la Regione può agire sul provvedimento solo in senso restrittivo”. Lo ha dichiarato l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio nel corso di una comunicazione svolta in apertura dei lavori della seduta pomeridiana di ieri del Consiglio regionale.
La richiesta di prevedere tale possibilità, in seguito all’approvazione unanime nella scorsa seduta di un ordine del giorno del primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), è arrivata dai banchi della minoranza.
“Equiparare i centri culturali ai bar è questione di buon senso – ha sottolineato Maurizio Marello, intervenuto per il Pd con Domenico Ravetti e Monica Canalis – in quanto i primi non possono essere certo più pericolosi dei secondi”. “Non si comprende – ha aggiunto Grimaldi – perché una persona possa recarsi liberamente nel bar o nella vineria preferita e non nel proprio circolo di appartenenza”. “A differenza dei clienti di un locale pubblico – hanno evidenziato con accenti diversi Silvio Magliano (Moderati) e Mario Giaccone (Monviso) – i soci di un centro ricreativo, in caso di contagio, sono assai più rintracciabili”. “Comprendiamo che la decisione dipende dal Governo – ha concluso Francesca Frediani (M5s) – ma noi, istituzionalmente, possiamo rivolgerci solo alla Giunta per portare avanti determinate istanze”.
Redazione
CUNEO dpcm