La riapertura degli impianti sciistici slitta ancora: ''È il colpo di grazia''
Roberto Gosso (Cuneo Neve): ''Finora avevamo lavorato con una prospettiva, ora la stagione può dirsi finita''. Mauro Bernardi (ATL): ''Dopo un anno di pandemia inaccettabile la costante incertezza''Con il nuovo Decreto legge in materia di norme di contenimento dei contagi da Covid-19, che entrerà in vigore da domani, la riapertura degli impianti sciistici, fissata fino ad oggi al 18 gennaio, slitterà al prossimo 15 febbraio. Quasi un colpo di grazia per uno dei settori trainanti per il turismo in provincia di Cuneo, già in grave difficoltà dopo aver perso gli incassi delle tradizionali vacanze natalizie.
“Penso che si possa tranquillamente dire che è la fine per questa stagione invernale, - commenta Mauro Bernardi, presidente dell’Atl del Cuneese - l’ennesimo duro colpo al mondo del turismo. Il problema sanitario esiste, nessuno vuole negarlo e va affrontato con serietà, ma trovo inaccettabile questa costante incertezza, questo continuo rimbalzare delle date di settimana in settimana. Se era comprensibile nella prima fase dell’emergenza, quando questa situazione era nuova per tutti, a quasi un anno da quando la pandemia ci è arrivata addosso non è più accettabile. Una malagestione che a mio parere stiamo vedendo in tutti i settori, non soltanto in quello turistico”.
Ad oggi, come detto, l’orizzonte si è spostato avanti di un mese, ma secondo Bernardi restano troppe incognite per lavorare concretamente per la riapertura: “Anche se la data del 15 febbraio venisse effettivamente confermata, quali saranno le regole? Ad oggi non lo sappiamo. Come potranno essere gestiti gli accessi? Che cosa sarà consentito e cosa no? Punti interrogativi che rendono impossibile organizzare la riapertura, anche ammesso che si possa sperare davvero di ripartire. E poi c’è la questione dell’innevamento: oggi la neve c’è, ma non sappiamo come sarà la situazione tra un mese, lo abbiamo visto con il foehn dei giorni scorsi. Insomma, questa stagione ormai è compromessa: comunque vada, marzo non è mai stato un ‘mese d’oro’ per gli impianti sciistici”
Sulla stessa linea anche Roberto Gosso, presidente di Cuneo Neve, associazione che raccoglie 15 stazioni sciistiche della provincia, da Garessio a Rucas: “Finora avevamo lavorato con una prospettiva, con l’obiettivo di farci trovare pronti per un’eventuale riapertura, curando le piste e gli impianti: ora questa prospettiva viene a mancare, possiamo senz’altro dire che questa stagione può considerarsi finita, è un colpo di grazia”. Anche secondo Gosso, oltre naturalmente alla chiusura forzata, a pesare è la grande incertezza: “Anche se davvero potessimo riaprire il 15 febbraio, al momento non sappiamo in quali modalità potremmo farlo, è impossibile organizzarsi. È un danno enorme non solo per chi gestisce gli impianti, ma per tutte le attività che gravitano intorno a questo settore: basti pensare che un euro speso sulle piste genera in media 11 euro di spesa nell’indotto”.
Il dibattito ora si sposta sui cosiddetti “ristori”: “Ci sono confronti in corso sia con lo Stato che con la Regione, ci sono tante promesse ma ad oggi siamo in alto mare, di concreto c’è poco. Sicuramente serviranno sostegni sostanziosi, perché come detto i danni sono enormi”, conclude Gosso.
Andrea Dalmasso
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