'La tassa di soggiorno non rappresenta la volontà degli albergatori di Cuneo'
Confcommercio Cuneo smentisce le voci secondo cui l'istituzione dell'imposta sarebbe stata dovuta alla 'spinta' dei suoi associati“La tassa di soggiorno deliberata dal Consiglio di Cuneo non rappresenta la volontà degli albergatori della città di Cuneo e l’Associazione Albergatori Confcommercio non è affatto d’accordo con quanto deliberato dal Comune”.
Con queste parole Giorgio Chiesa – Vice Presidente Vicario dell’Associazione Albergatori Esercenti e Operatori Turistici della provincia di Cuneo - ha voluto sottolineare e precisare la presa di distanza da pare della categoria dagli importi della tassa di soggiorno, stabiliti dall’Amministrazione cuneese.
“Noi non eravamo contrari a prescindere - prosegue il vice presidente Chiesa - ma chiedevano di poterne discutere, di ragionare su quale poteva essere la scelta migliore. Invece inspiegabilmente il Comune ha accelerato i tempi, con la scusa di dover inserire il provvedimento a bilancio. Questa fretta ci fa pensare che non c’era la volontà di dialogare ma solo quella di incassare. Inoltre, contando che l’80 per cento dei clienti che soggiornano in città lo fanno per motivi di business, spesso legati alle aziende del territorio, la cifra stabilita di due euro è davvero eccessiva. Cuneo non è una città turistica e creare una tassazione a macchia di leopardo, con aree senza imposta o altre, più turistiche di noi a prezzi inferiori o pari, significa mandare i clienti a dormire nelle città vicine. La partita è stata giocata male e troppo di fretta, noi temiamo che si trasformi in un autogol”.
“Nessuno può permettersi - commenta Luca Chiapella, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Cuneo - di dire che sono state le associazioni di categoria a sollevare, anzi a sollecitare l’applicazione della tassa di soggiorno. Noi avevamo già in passato raccomandato che si facessero scelte condivise e coordinate sul territorio. E’ stato fatto il contrario, con una scelta nient’affatto frutto della concertazione. A questo punto – aggiunge Chiapella – occorre che il Comune chiarisca un piano dettagliato in merito a come i soldi incassati dalla tassa di soggiorno saranno poi utilizzati sul territorio. Non vorremmo che con quel denaro il Comune finanziasse lavori o iniziative che in realtà devono già essere eseguiti a prescindere. E al proposito occorre far rilevare che, a tutt’oggi, nonostante i ripetuti solleciti, resta da provvedere alla concertazione e pubblicazione di un calendario online degli eventi cittadini”.
Così Armando Erbì, direttore di Conitours: “Bisogna far chiarezza sulle voci apparse in modo improprio al riguardo di un parere delle associazioni del sistema Confcommercio che in qualche modo avrebbero addirittura sollecitato il Comune ad applicare la tassa di soggiorno. Ma così non è. Certo non siamo masochisti e non andiamo a sollecitare una tassa in più che sicuramente andrà a gravare sulla gestione quotidiana dell’impresa turistica. Inoltre crea un discrimine tra le imprese turistiche di Cuneo e quelle del territorio, delle città vicine. Anche perché qualcuno potrebbe fare al contrario e dire: venite da noi che qui non si paga la tassa di soggiorno. Il sistema Conitours, che fa parte di Confcommercio, ricorda quanto già detto circa due anni fa: la discussione non è mai stata tassa sì o tassa no, ma piuttosto se tassa deve essere, che sia di sistema Atl, ossia che comprenda tutti i Comuni che ne fanno parte. Certo il buon senso consigliava l’applicazione dell’eventuale tassa di soggiorno a partire dal 1
gennaio 2019, farla decorrere a stagione in corso creerà problematiche alle strutture che hanno definito offerte alla clientela aziendale e/o ai gruppi organizzati. Inoltre, se tassa sarà, è opportuno che il Comune di Cuneo chiarisca su quali iniziative saranno convogliate le risorse e che una parte di esse ritornino alle organizzazioni ed ai consorzi degli imprenditori per progetti di valorizzazione del sistema turistico e ricettivo”.
c.s.
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