Le autostrade cuneesi sono costose? Pare di no...
Sono quelle i cui pedaggi aumentano meno, ma sulla TO-SV lo faranno dal 1° gennaioQuante volte uscendo da un casello dell'A6 Torino-Savona o percorrendo i tratti Cuneo-Marene e Guarene-Alba dell'A33 Asti-Cuneo abbiamo pensato a quanto siano esosi i pedaggi autostradali? Beh, è bene sapere che in questi anni le cose sarebbero potute andare molto peggio, almeno raffrontando i costi di utilizzo delle infrastrutture che toccano la nostra provincia con quelle del resto d'Italia. Vediamo perchè.
I prezzi di ogni tratta autostradale (se la proposta presentata annualmente viene approvata) aumentano ogni 365 giorni. Il 1° gennaio di ogni anno, infatti, scatta il rincaro contenuto nel piano economico e frutto di un cervellotico calcolo che va a considerare, oltre all'inflazione, anche i costi legati alla manutenzione ed agli investimenti infrastrutturali che si presume verranno fatti su quella tratta. Da un po' di anni lo stato ha abbandonato la gestione autostradale diretta delle singole tratte che ora fanno capo alle aziende che si sono aggiudicate l'appalto. Ogni anno l'azienda concessionaria presenta il proprio piano economico al Governo che, qualora approvato, porta anche all'ok ai lavori da realizzare e contestualmente a quello che non viene chiamato aumento, ma adeguamento tariffario. Logica vorrebbe, dunque, che le tratte più costose siano quelle sulle quali sono stati realizati o verranno realizzati più lavori, ma non è sempre così, anzi.
Anche dopo la cessione del loro controllo, lo stato italiano ha tuttavia continuato a monitorare l'operato delle aziende concessionarie affidandosi all'Anas fino al 2012 quando, in seno al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata istituita un organo di controllo denominato "Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie" che ogni anno stila una relazione attraverso la quale fotografa la situazione autostradale in tutti i suoi aspetti. Il documento relativo all'anno 2016 consta di oltre 640 pagine ed enuncia una serie di dati finanziari, tra i quali quello relativo all'aumento dei pedaggi dal 2008 al 2016, e quello relativo al rapporto tra la previsione di investimento e l'investimento effettivo nella manutenzione della tratta e nel suo ampliamento.
Da questa relazione, ripresa ed analizzata dettagliatamente anche dal celebre mensile "Quattroruote" nel suo numero di novembre, evinciamo che le tratte autostradali che interessano la provincia di Cuneo sono quelle che sono aumentate meno negli ultimi anni. A fronte, infatti, di un aumento medio che dal 2008 al 2016 sulle tratte autostradali italiane è stato del 30,6%, i pedaggi sulla Verdemare sono aumentati di poco più del 12%, mentre quelli sull'A33 Asti-Cuneo hanno subìto un adeguamento del 16,5%. In cima a questa poco lusinghiera classifica, l'A4 Torino-Milano, i cui pedaggi sono aumentati dell'84,4%. Su quasi tutte le altre tratte autostradali italiane, i pedaggi hanno subìto adeguamenti che oscillano tra il 20 ed il 50%. Sono dunque soltanto le due tratte che toccano la provincia di Cuneo le isole felici, o le meno infelici.
L'A6 Torino-Savona se la cava bene anche nella classifica che mette a confronto i dati preventivi e consuntivi relativi alle spese di manutenzione dell'infrastruttura. Dal 2008 al 2016 è stato infatti investito il 115% di quanto era stato preventivato per il mantenimento della tratta così che la Verdemare risulta essere al 5° posto (sulle 25 prese in esame) in questa graduatoria. Meno bene qui la A33 Asti-Cuneo che, in questa classifica, risulta essere il fanalino di coda con il solo 60% investito in relazione a quanto preventivato. Giova precisare però che ciò può anche derivare dal fatto che non fosse necessario investire ulteriormente, non deve essere per forza un dato negativo.
Forse il dato più interessante però è il raffronto tra i dati consuntivi e preventivi sulle somme destinate a nuove opere ed agli ampliamenti delle infrastrutture. In questa graduatoria, le due tratte che interessano la nostra provincia non se la cavano particolarmente bene. La Verdemare ha effettivamente investito solamente il 72% (15° posto su 25) di quanto aveva preventivato. Ancora peggio l'A33 Asti-Cuneo che si piazza al 20° posto con il solo 54% investito rispetto a quanto era stato programmato.
Dunque, auspicando che nei prossimi anni si possa assistere ad un ampliamento e ad un miglioramento infrastrutturale delle nostre autostrade, per ora tocca accontentarci del dato relativo al costo dei pedaggi che, in questa misura, pare però purtroppo essere effimero, quantomeno sull'A6 Torino-Savona. Fonti interne all'azienda che gestisce la Verdemare ci hanno anticipato che il piano economico per il 2018 è già stato approvato. Ciò significa che il prossimo 1° gennaio l'aumento, pardon l'adeguamento, scatterà inesorabilmente. Di quanto? Al momento non ci è dato saperlo. Occorre attendere con pazienza gli ultimi giorni dell'anno, quando, come consuetudine, Autostrade per l'Italia lo enuncerà.
Fabio Rubero
CUNEO A33 Asti-Cuneo - A6 Torino-Savona - Autostrade per l'Italia