Le biblioteche baluardi contro la povertà educativa. Qual è la situazione nella Granda?
Nel Cuneese le biblioteche che dichiarano di avere i giovani come principali destinatari sono 34. Tra le località in Italia con oltre 15 biblioteche ogni 10 mila abitanti nemmeno una del PiemonteLe biblioteche sono presidi del territorio, luoghi in cui si conservano secoli di storie e racconti lontani. Il loro ruolo diventa particolarmente rilevante soprattutto se si guarda alla percentuale di lettori e lettrici in Italia: la quota di persone che ha letto almeno un libro in un anno è calata dal 40,8% del 2021 all’attuale 39,3%, meno di quattro lettori ogni dieci persone. Il trend è in calo: un dato preoccupante che fortunatamente sembra non riguardare i bambini e i ragazzi.
Non tutti i giovani però hanno la stessa passione per la lettura. Sul territorio nazionale esistono molte differenze tra le varie regioni. In particolare, nel sud Italia è più comune che non si legga. Secondo i dati diffusi da Openpolis e disponibili gratuitamente sul loro sito, in Calabria e in Sicilia i lettori sono poco più di un terzo del totale della popolazione, in Campania superano di poco il 38% e in Molise, Puglia e Basilicata, sfiorano il 40%. Molto può fare il contesto sociale di appartenenza. La lettura è un’abitudine che si impara e si interiorizza fin da piccoli: avere in famiglia genitori lettori avrà un effetto positivo sui figli. In questo caso, infatti, i bambini diventano lettori nel 73,5% dei casi (3 su 4). Al contrario, nelle famiglie in cui nessuno dei genitori legge, la quota scende al 34,4% (1 su 3). Secondo i dati Istat, in Italia una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa.
Le disparità nazionali – non solo tra regioni, ma anche all’interno dello stesso territorio – rendono fondamentale il ruolo educativo della comunità. Per questo motivo le biblioteche diventano scrigni del sapere, un punto di riferimento pronto ad accogliere giovani e bambini. È importante mettere in contatto questi luoghi tra loro, con le scuole e con la comunità per contrastare la povertà educativa, definita da Save the Children come “la privazione da parte dei bambini, delle bambine e degli/delle adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”.
Per essere attrattive molte biblioteche, circa il 47% del totale, svolgono attività e laboratori di gruppo. Le percentuali però, di nuovo, sono molto diverse a livello nazionale. Nel mezzogiorno, infatti, meno biblioteche propongono laboratori per le scuole. In Trentino-Alto Adige, invece, la percentuale raggiunge quasi il 70%. In altre otto regioni supera la media nazionale, ma tra queste non c’è il Piemonte. Si tratta di Lombardia (60,5%), Sardegna (60,3%), Emilia-Romagna (60%), Veneto (57,6%), Friuli-Venezia Giulia (56,7%), Umbria (52,9%), Toscana (49,1%) e Valle d’Aosta (48,3%). Agli ultimi posti ci sono Calabria (27,1%), Campania (25,2%) e Molise (20,7%).
Al contrario, sono le biblioteche del sud ad aver attivato, più delle altre, progetti di contrasto alla povertà economica, educativa e culturale. La media nazionale è pari al 13%, mentre nel mezzogiorno si parla di quasi una struttura su cinque (26,2% in Puglia, 19,9% in Campania, 18,8% in Calabria). Anche il dato delle isole è superiore alla media italiana. Per contrastare le povertà educative però è necessaria la presenza fisica di biblioteche sul territorio. E, anche in questo caso, permangono divari territoriali.
Come riporta Openpolis, secondo l’indagine svolta dall’istituto di statistica nazionale, “nel 2021 le strutture censite sono state 7.886. Di queste, quasi 675 (8,6% del totale) hanno dichiarato in quell’anno di avere nei bambini e nei ragazzi la propria utenza principale”. In tutta la provincia di Cuneo, le biblioteche che informano di avere i giovani come principali destinatari sono appena 34. In particolare, se ne conta una in città come Bernezzo, Cervasca, Cervere, Cherasco, Demonte, Paesana, Tarantasca, Villafalletto, Villanova Mondovì e Vinadio. L’unico luogo in cui si contano due biblioteche dedicate ai più piccoli è Cuneo città.
Guardando ai dati nazionali, i luoghi in cui è presente un basso numero di biblioteche in rapporto ai minori residenti si registra ad Andria (1,2 strutture ogni 10mila residenti tra 0 e 17 anni), Lecco (1,4), Imperia (1,7), Ragusa (1,7), Varese e Reggio Calabria (entrambe a quota 1,8). Al contrario, tra gli esempi positivi ci sono Cagliari, Biella e Ferrara con, rispettivamente, 18,5, 18,1 e 17,8 biblioteche ogni 10mila minorenni. Guardando ancora ai dati positivi, con oltre 15 biblioteche ogni 10mila bambini e ragazzi ci sono i comuni di Venezia, Mantova, Udine, Belluno, Trento, Gorizia, Firenze, Fermo e Bolzano.
Micol Maccario
CUNEO Biblioteche