Le coop cuneesi contro l'abrogazione della protezione umanitaria
La rete di imprese 'Rifugiati in rete' ha espresso le sue perplessità sul decreto 'sicurezza e immigrazione' approvato lunedì dal CdmLunedì scorso, 24 settembre, il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità un dl che, si legge sul comunicato della Presidenza del Coniglio "introduce disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, di sicurezza pubblica e misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, nonché in materia di giustizia sportiva e di regolare svolgimento delle competizioni sportive". In sintesi, il decreto "sicurezza e immigrazione", che molto ha fatto parlare in questi giorni. A livello locale tra coloro che hanno espresso la propria opinione sul tema, c'è la rete di imprese “Rifugiati in Rete”, composta da nove cooperative sociali che si occupano di accoglienza in provincia di Cuneo tramite il sistema SPRAR, (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e CAS (Centri accoglienza straordinari), che guarda con forte preoccupazione al decreto sull'immigrazione approvato in questi giorni. Ne riceviamo e pubblichiamo le riflessioni:
Il decreto prevede con l'articolo 1 l'abrogazione della protezione umanitaria, che oggi rappresenta circa il 25% degli status assegnati ed è a fianco della protezione politica e sussidiaria uno degli strumenti giuridici che permette la traduzione del diritto d’asilo in Italia, un diritto soggettivo garantito dall’articolo 10 della costituzione. L'abrogazione o la forte limitazione di tale diritto rischierà di creare un aumento dei contenziosi giudiziari e un forte incremento degli irregolari in Italia con il conseguente aumento dell'illegalità, della marginalità sociale e dell'insicurezza nel nostro Paese, a partire da quei Comuni e comunità, che rischiano di pagare il prezzo più alto nell’essere lasciate sole a gestire le conseguenze di un aumento della presenza di persone clandestine e quindi “senza diritti”, con innegabili risvolti sulla sicurezza delle nostre comunità.
Il decreto prevede inoltre che il sistema SPRAR che ad oggi si occupa in modo progettuale e sistemico dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati venga limitato solo ai titolari di protezione politica e sussidiaria, escludendo i richiedenti asilo per motivi umanitari, cioè le persone che devono essere ascoltate dalle Commissioni territoriali che devono verificare l’insussistenza di elementi impeditivi all’espulsione.
Ribadiamo che il sistema dello SPRAR debba essere il sistema prioritario di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, superando il sistema emergenziale dei CAS che in questi anni ha svolto un importante ruolo nella straordinarietà delle accoglienze, ma è anche stato il sistema soggetto a più abusi. La progettazione SPRAR prevede il forte coinvolgimento dell'Ente Pubblico (il Comune), la professionalità degli operatori sociali e un sistema puntuale di rendicontazione delle spese che limita la speculazione e favorisce la retribuzione del lavoro effettivamente svolta.
Lo SPRAR ha inoltre la finalità di includere socialmente le persone di cui si prende cura attraverso l’apprendimento linguistico, la formazione al lavoro e l’accompagnamento legale, affinché si limiti il numero di persone nei dormitori, nella tratta della prostituzione e dell’accattonaggio. Come Rete di cooperative ci impegneremo a costruire o appoggiare iniziative volte a informare e sensibilizzare le comunità locali.
La Rete di imprese Rifugiati in Rete
Cooperativa sociale Fiordaliso, Cooperativa sociale Momo, Cooperativa sociale Armonia, Cooperativa sociale Alice, Cooperativa sociale Orso, Cooperativa sociale Cascina Martello, Cooperativa sociale Insieme a Voi, Cooperativa sociale Emmanuele, Cooperativa sociale Valdocco, Consorzio Compagnia Iniziative Sociali
d.c.
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