'Le linee guida per l'aborto farmacologico non vanno modificate'
L'Ordine dei Medici del Piemonte scrive al presidente Alberto Cirio dopo le polemiche dei giorni scorsi"L'assunzione delle prostaglandine senza necessità di ricovero in ospedale è da tempo permessa in molti paesi d'Europa, oltre che negli Usa. La scelta di permettere l'aborto farmacologico fino a 63 giorni in regime di Day Hospital, oppure in strutture del territorio, opportunamente attrezzate e con una rete organizzativa che ne garantisca l'effettiva attuazione, si adegua a pratiche sicure, sperimentate a livello internazionale". Lo scrive il presidente dell'Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, in una lettera inviata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sul caso dell'aborto farmacologico. Alcuni passaggi della missiva sono stati riportati dall'Ansa. Il riferimento è alla possibilità, di cui si era parlato nei giorni scorsi, di reintrodurre il ricovero obbligatorio per l'assunzione della pillola abortiva Ru486.
"Confido, illustre Presidente, che le evidenze scientifiche sopra rappresentate - è la richiesta dell'Ordine dei Medici - rafforzino il Suo convincimento a non modificare quanto indicato dalle recenti linee di indirizzo ministeriali e approvato dalle Società scientifiche nazionali e internazionali".
Redazione
CUNEO Piemonte - Aborto