Luce, gas e fibra: le privatizzazioni le pagano i cittadini (specie in frazione)
“La Sip dispensava servizi in modo capillare e i guasti si riparavano in due ore” ricorda il consigliere cuneese Enrici. Ora si attendono giorni e a volte non bastaEra la fine degli anni Novanta, l’Italia varava una serie di misure per alleggerire il debito pubblico e cercava il suo posto nel primo gruppo di Paesi che avrebbero adottato l’euro. Erano gli anni delle privatizzazioni nelle telecomunicazioni, nel mercato dell’energia e del gas, nei trasporti autostradali e ferroviari. Quella che portò alla fine di Sip e alla nascita di Telecom nel 1994 fu definita la “madre di tutte le privatizzazioni”, sospinta da campagne di stampa contro i “carrozzoni pubblici”.
È stata anche una delle più disastrose, non solo nel management ma nei servizi. Tant’è che trent’anni dopo di cambiamenti significativi non se ne sono visti molti, a parte l’assillo delle chiamate di telemarketing che continua anche in barba al registro delle opposizioni e sovente ai limiti della legalità. Si stava meglio quando si stava peggio? Viene da pensarlo: “La Sip dispensava servizi telefonici in modo capillare: allora la telefonia aveva una tecnologia molto bassa, ma tutto veniva tenuto in funzione. I guasti si riparavano in due ore, al massimo una giornata”. Parola di Silvano Enrici, consigliere comunale di Centro per Cuneo ma anche tecnico dell’allora Sip, in un’epoca che oggi sembra preistoria: “Io sono entrato nel 1965 e sono uscito con la fibra. In alcune borgate c’era un telefono solo, col contratto pagato dal comune e l’avviso di chiamata. A Cuneo i numeri avevano quattro cifre, non c’erano la teleselezione e il prefisso”.
“La tecnologia è migliorata, ma i servizi sono peggiorati di molto” sintetizza il consigliere, a cui dallo scorso settembre è affidata una delega specifica ai sottoservizi. Il perché è presto spiegato: “Si è persa la manutenzione di tutto il sistema: in Telecom, oggi Fibercop, non ci sono più reparti né di guardafili né di giuntisti. Abbiamo una rete in rame che era un gioiello e ora fa acqua da tutte le parti”. La prova provata la si è avuta non più tardi di tre mesi fa: a fine luglio un guasto ha messo k.o. i telefoni del municipio e le comunicazioni di buona parte del centro storico, per quattro giorni interi. Colpa di un errore umano, provocato da un tecnico trovatosi di fronte a un giunto che stava lì dal lontano 1979: “I cavi sono quasi tutti malandati, non è arrivato l’allarme a Telecom e noi siamo dovuti andare a scavare in via Roma” spiega ancora Enrici. Precisando che “se fosse successo venticinque anni fa sarebbe durato una notte”.
Perché allora c’erano i cosiddetti giuntisti, una razza in estinzione: basti dire che i due reperiti dal Comune per riparare il pasticcio avevano 72 e 70 anni rispettivamente. “Domani questa gente non ci sarà più, il nuovo personale non è stato formato” avverte l’ex tecnico Sip. Come nel film Space Cowboys di Clint Eastwood, dove un gruppo di ex astronauti settantenni viene richiamato in servizio perché sono gli unici a conoscere il funzionamento di un vecchio satellite sovietico che minaccia la Terra. “La maggioranza dei guasti sono creati da soggetti esterni che entrano in apparecchiature Telecom, senza avere né professionalità né capacità di fare i lavori” conferma Enrici.
In municipio se n’è parlato a settembre, a seguito di un ordine del giorno della maggioranza dove si chiedeva di sollecitare le varie società “affinché intervengano prontamente per risolvere le criticità segnalate e garantire una manutenzione regolare e adeguata delle infrastrutture”. Tutti d’accordo in sala consiliare, per quel che vale. Nel frattempo, oltre ai guasti continuano i disservizi, specie sulla fibra Internet: “Il problema è che alcune frazioni sono servite dalla fibra (San Rocco Castagnaretta, Borgo Gesso, Bombonina, Madonna delle Grazie, Roata Rossi) e altre no” fa presente il consigliere di Cuneo Civica Elio Beccaria. Uno dei paradossi più bizzarri è quello che si è venuto a creare a Spinetta. Ne parla Monica Pellegrino di Centro per Cuneo: “È una frazione tra le tante - come una parte di Roata Canale - che è stata cablata solo per metà: la fibra è passata nella via centrale, lasciando senza connessione la restante parte della frazione”. Il problema è stato fatto presente a Fibercop e Tim, senza alcuna risposta: “Chiediamo di garantire pari diritti e le esigenze a livello lavorativo: non è possibile nel 2024 doversi collegare a una rete che non prende o rallenta”. I posti isolati e le case fuori frazione, aggiunge ancora Enrici, “non sono ancora nemmeno considerati, a parte qualche località come Roata Civalleri, perché c’erano finanziamenti del Pnrr”.
Da parte dell’assessore all’Innovazione Andrea Girard c’è l’impegno a comunicare quanto sta accadendo. Ma finora i “carrozzoni privati” hanno fatto orecchie da mercante anche con il Comune: “Alle domande che legittimamente poniamo neanche ci rispondono” ammette la sindaca Patrizia Manassero. “Quella che è cambiata profondamente - osserva - è la natura delle società che erogano questi servizi, che da società di Stato sono diventate società di mercato. Ci siamo ‘innamorati’ in molti delle liberalizzazioni e oggi le aziende non vanno là dove non è conveniente”. Con tanti saluti alle magnifiche sorti della concorrenza.
Andrea Cascioli
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