Malamovida in piazza Boves, Serale: "Attenzione alta, ma non abbiamo controllo sulle aperture dei locali"
La discussione in Consiglio comunale dopo l'interpellanza di Mavy Civallero (SiAmo Cuneo). Armellini (Indipendenti): "Sta diventando una fotocopia di corso Giolitti"Cuneo ha una nuova “zona rossa” per quanto riguarda l’ordine pubblico? È quanto emerge dall’interpellanza presentata da Mavy Civallero, del gruppo “SiAmo Cuneo”, discussa durante la seduta del Consiglio comunale di lunedì 26 giugno. La zona in questione è quella di piazza Boves. Una zona - sostiene la consigliera - “da tempo teatro di episodi di violenza causati da individui che, anche sotto l’effetto di sostanze psicotrope, si affrontano con sempre maggiore frequenza, dando vita a vere proprie risse senza quartiere, episodi da far west. Prosegue, quasi fosse una prassi consolidata, la compravendita di sostanze stupefacenti alla luce del sole, in modo spudorato e senza alcun tipo di apprensione, come testimoniato dagli stessi residenti, i quali si vedono perdere il diritto di percorrere le strade del proprio quartiere senza dovere fare pericolose gimkane tra cocci di bottiglia, cassonetti rovesciati, vetri infranti o, alla peggio, allungando il proprio percorso per evitare incontri con individui poco raccomandabili”.
Una situazione che secondo Mavy Civallero si sarebbe aggravata negli ultimi mesi, dopo l’apertura di una nuova attività: “Mi chiedo il motivo per il quale l’amministrazione ha ritenuto necessario concedere l’autorizzazione per l’apertura di una nuova attività notturna, per la quale il termine ‘stravagante’ è riduttivo, acuendo un problema che aveva già raggiunto e superato il limite della sopportazione”. “L’area è già stata teatro di eventi gravissimi nel corso degli anni, serve un intervento serio per evitare che la situazione peggiori ancora”, ha concluso la consigliera di “SiAmo Cuneo”, facendo riferimento all’omicidio di Filippo Verros, avvenuto a gennaio del 2008.
Argomentazioni che sono state sostenute da Paolo Armellini (Indipendenti), intervenuto durante la discussione: “Anche a me sono giunte notizie poco rassicuranti da piazza Boves, che sta diventando una fotocopia di corso Giolitti. Si tratta di un allargamento delle zone a rischio: parliamo anche di corso Monviso, del Parco Parri, della situazione di degrado intorno al monumento alla Resistenza. I residenti di piazza Boves si lamentano di schiamazzi fino alle 4 del mattino”.
Sulla stessa linea anche Beppe Lauria: “Quel che viene richiamato oggi non ha niente a che fare con la movida, ma con altre situazioni. Non possiamo pensare che semplici pattuglie di Polizia e Polizia locale possano risolvere la situazione, serve intavolare discorsi diversi con il quartiere, i commercianti e i residenti”.
Da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) è invece arrivata una stoccata verso i colleghi di diverso colore politico: “Se non fosse una situazione drammatica per i residenti ci sarebbe da sorridere, perchè ve la siete voluta: questi sono i risultati del neoliberismo, della libertà di mercato".
A seguire l’intervento di Franco Civallero (Forza Italia), presidente del circolo ‘l Caprissi che ha sede proprio in piazza Boves: “La realtà di piazza Boves è una vergogna. Succede di tutto e di più. La gente che ci abita non riesce a dormire”.
A rispondere, in chiusura del dibattito, l’assessore e vicesindaco Luca Serale: “Questo è un tema che non ha colore politico. Con il progetto del PISU abbiamo riqualificato il centro storico, abbiamo reso la città più frizzante, ma questo ha portato con sé la gestione di un fenomeno fisiologico. Non vogliamo sottrarci a quello che è un nostro ruolo, a quelle che sono le nostre responsabilità rispetto alla movida e a quello che si porta dietro. Già da tre mesi a questa parte abbiamo iniziato a convocare i locali che ci vengono segnalati dai residenti per incontri proattivi rispetto a quelli che sono i problemi che si vengono a creare. Avremo anche interlocuzioni con Arpa per quanto riguarda i rumori. Tra istituzioni ci parliamo, sono frequenti le interlocuzioni con Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, talvolta si predispongono dei servizi coordinati”.
Per Serale, però, il Comune ha in parte le “mani legate”: “La situazione non ci dà una mano dal punto di vista degli orari di chiusura delle attività. Oggi non c’è un vincolo vero e proprio a livello di leggi nazionali. Discorso analogo sul tema delle aperture. L’amministrazione comunale non può intervenire in questa ottica, così come sulle chiusure, che possono essere disposte dalla Questura. In ogni caso il nostro impegno non verrà meno”.
a.d.
CUNEO cuneo