Marello: “Agricoltura. Regioni inadeguate, Piemonte compreso”
La presa di posizione del consigliere regionale del PD: "Fa specie vedere i presidenti di Regione solidarizzare con la protesta quando loro sono i primi destinatari della stessa"Riceviamo e pubblichiamo.
In queste settimane stiamo assistendo alla protesta degli agricoltori nei principali Paesi europei. Una protesta contro le politiche green della UE. Contro le politiche dei governi nazionali (in Francia e Germania) e contro i Sindacati agricoli (in Italia). Una protesta che per le modalità ( blocchi stradali) sta creando non pochi disagi al resto della popolazione. Una protesta a pochi mesi dalle elezioni europee in cui specie i partiti di destra tentano di cavalcare l’onda.
Personalmente credo che molti dei temi posti dagli agricoltori, non da oggi, debbano essere affrontati con ben altra determinazione. L’Unione Europea è senza dubbio responsabile di scelte non condivise con le organizzazioni agricole, che, pur in nome di buoni principi ambientali, favoriscono le grandi imprese agricole a scapito dei piccoli produttori. Gli Stati nazionali poco hanno fatto in questi anni per ovviare al cronico problema della concorrenza sleale ( proveniente dal resto del mondo). I sindacati agricoli, Coldiretti in testa, hanno fatto finta di combattere la burocrazia amministrativa senza la quale si vedrebbero ridurre drasticamente le loro pratiche ed il loro lavoro. In Italia poi l’agricoltura è fortemente regionalizzata. Ebbene le Regioni poco o nulla hanno fatto in favore della piccola impresa agricola. Pensiamo al Piemonte che continua, con i propri bandi, a favorire le grandi imprese a scapito delle piccole (Vedasi i bandi per le ristrutturazioni di vigneti e frutteti e reti antigrandine solo per fare un esempio).
Fa specie vedere i Presidenti di Regione solidarizzare con la protesta quando loro sono i primi destinatari della stessa. Il Piemonte, ad oggi, non ha preso un provvedimento in risposta alle richieste degli agricoltori.
A loro, però, mi permetto di dire una cosa. In testa a tutte le criticità mettano il cambiamento climatico. Mi pare sia la minaccia più grande alle nostre produzioni. Senza acqua non c’è futuro. Occorre rivedere drasticamente anche le modalità di coltivazione. Lo dico anche da produttore vitivinicolo di Langa. Di questo passo saremo costretti ad estirpare i vigneti come nel vercellese stanno togliendo le risaie.
Maurizio Marello
Consigliere regionale PD del Piemonte
c.s.
CUNEO Maurizio Marello