Marello prende posizione sul referendum: 'Voterò sì. Nessun pericolo per la democrazia'
Le motivazioni del consigliere regionale del Partito Democratico ed ex sindaco di Alba esposte sul suo sito internet“Voterò sì, per alcuni semplici motivi: 945 parlamentari (630 deputati e 315 senatori) mi sembrano troppi. Lo pensiamo e diciamo, quasi tutti, da anni. Lo hanno scritto nei lavori parlamentari le commissioni bicamerali che dall’inizio degli anni ottanta si sono succedute per tentare, invano, di riformare le Istituzioni del nostro paese. Troppi in rapporto alla popolazione, troppi per avere delle Camere efficienti, troppi rispetto alle competenze statali che nel tempo si sono ridotte in favore della legislazione regionale e di quella comunitaria europea. Troppi per un quadro sociale, economico e tecnologico profondamente mutato negli anni: le relazioni e le comunicazioni sono, infatti, ben diverse da quelle degli anni ‘50 e ’60”. Lo ha scritto sul proprio sito internet il consigliere regionale del PD ed ex sindaco di Alba Maurizio Marello, prendendo posizione sul referendum sul taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre. Il disegno di legge costituzionale sottoposto ad approvazione prevede la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori elettivi da 315 a 200.
“Non vedo - scrive Marello - i pericoli per la democrazia paventati dai sostenitori del no, pericoli che per la verità emergono ogni qualvolta si cerca di cambiare qualcosa; 600 parlamentari (400 deputati e 200 senatori) tanti sarebbero se vincesse il SI, garantiscono pienamente la democrazia, specie se preparati e competenti. Parallelamente occorre rivedere i collegi elettorali in modo da non penalizzare i territori meno popolosi, ma i partiti che hanno votato la riforma (quasi tutti) si sono impegnati a farlo, magari nel quadro di una nuova legge elettorale. C’è poi l’argomento del risparmio economico. A mio parere il meno importante, ma comunque da non sottovalutare. Anche se un Parlamento che legifera e funziona bene, composto da persone valide, oneste e capaci, in una democrazia parlamentare come la nostra, non ha prezzo. Insomma ‘pochi (si fa per dire) ma bun’, come recita l’antico adagio piemontese”.
Redazione
ALBA Maurizio Marello - referendum