"Mentre la questione sicurezza resta irrisolta, marginalità e fragilità vengono nascoste sotto il tappeto"
L'intervento del Comitato Cuneo Possibile sui fatti delle scorse settimane nel quartiere Cuneo Centro: "Soluzioni securitarie da sole non funzionano, ne abbiamo la prova"Riceviamo e pubblichiamo.
"Ricomincio da capo" è un divertente film del 1993 interpretato da Bill Murray e Andy MacDowell. Racconta di un meteorologo televisivo che rimane intrappolato in un cortocircuito temporale, e ogni mattina si risveglia ricominciando da capo la stessa identica giornata.
Ebbene, quello a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi nella parte del quartiere di Cuneo Centro che si sviluppa nei dintorni della stazione ferroviaria, tra Movicentro, corso Giolitti e vie laterali, sembra una riedizione in salsa drammatica di quel film. Ogni settimana, dopo una rissa, un furto, un'aggressione, compare un titolo di giornale, un articolo indignato, una lettera di accuse contro l'amministrazione comunale, contro gli immigrati, contro l'abuso di sostanze stupefacenti, a seconda di chi scrive. Si alza ripetutamente il solito circo di attenzione, tutto fumo e niente arrosto, e intanto a ogni risveglio si ricomincia da capo, con la questione della sicurezza dei cittadini irrisolta e le tematiche della marginalità e della fragilità nascoste sotto il tappeto, se non apertamente ignorate.
Chi tuona contro il cosiddetto degrado della zona, pensiamo alla destra cittadina che sta cavalcando questi spiacevoli eventi, lo fa proponendo solamente soluzioni securitarie, peraltro le uniche davvero finora messe in campo: più controlli, più repressione, e se possibile fogli di via, arresti, sgomberi. Ma abbiamo la prova che da sole queste iniziative non funzionano, perché se riescono a calmare le acque per qualche ora, con un fuggi-fuggi generale, pochi istanti dopo tutto riprende nell'assoluta normalità. Tra l'altro si tratta della stessa destra che a livello nazionale ha approvato e difende la legge Bossi-Fini e i decreti sicurezza, responsabili della marginalizzazione di migliaia di persone che potrebbero essere invece essere parte attiva e centrale di questo Paese con un sistema di leggi sulla cittadinanza umane, logiche e funzionanti.
E che dire della nostra amministrazione comunale, che da una parte sembra temere di apparire troppo debole di fronte alle continue polemiche da sceriffo di chi ha fatto di un intero quartiere l'epicentro polemico della propria campagna elettorale, e dall'altra non lascia intravvedere all'orizzonte una progettualità seria e compiuta per provare a risolvere la questione. Per andare sul concreto, vorremmo sapere ad esempio che ne è del bando per la biglietteria degli autobus e il social food al Movicentro, assegnato ormai quasi un anno fa alla capofila Bus Company insieme alla cooperativa monregalese Franco Centro. Non solo nulla è stato aperto, ma i lavori non sono neanche incominciati.
L'abbiamo già detto, ma lo ripetiamo: in questa partita a tennis senza vincitori abbiamo l'impressione che ogni giorno si ricominci da capo, e che si stia facendo pressoché nulla se non sbraitare di tentativi isolati che si sono già dimostrati ampiamente perdenti e inefficaci, senza pianificare una proposta sistemica e radicale.
Come ha scritto la pagina satirica SpurgatoCN sui social "il problema non è nel colore della pelle ma va ricercato più a fondo e va ricercato in una società che spinge sempre di più a ghettizzare gli ultimi e chi ha meno prospettive economiche e di affermazione personale". É fondamentale iniziare a capire che TUTTE le città avranno sempre una zona difficile dove si cerca di mettere la polvere sotto al tappeto, perché tutte le città avranno sempre una fetta di persone che per molti motivi rimangono indietro e andrebbero seguite e incluse con interventi mirati, invece di essere (o almeno così sembra) spostate per non rovinare il "decoro urbano".
Noi vorremmo aggiungere: non ricominciamo da capo anche questa volta, e proviamo a costruire una progettualità seria che intercetti efficacemente le zone di marginalità, che apra finestre di dialogo, di accompagnamento, sostegno e autoaffermazione. Negli ultimi mesi abbiamo provato a disegnarla, questa progettualità, presentando con Cuneo per i Beni Comuni un'interpellanza in Consiglio comunale e proponendo eventi in luoghi lasciati vuoti, abbandonati a sè stessi.
Non ricominciamo da capo.
Comitato Cuneo Possibile
Redazione
CUNEO cuneo