Moirano: ''Il nuovo ospedale non serve solo Cuneo. Il Carle è la sede più accessibile''
Il presidente della Fondazione (ri)apre all'ipotesi della monorotaia e boccia le critiche: "Troppa fretta? Il dibattito è durato tre anni"“Il voler mantenere a tutti i costi l’ospedale sull’altipiano è figlio di una visione miope, che pensa soltanto alla città. Delle 36 mila persone che vengono ricoverate ogni anno solo 6 mila vivono a Cuneo, e in questo numero sono compresi anche i residenti a Confreria e nelle altre frazioni”.
Dopo il voto del Consiglio comunale che lo scorso lunedì ha indicato l’area intorno al Carle per la costruzione del nuovo ospedale unico, in un’intervista al nostro quotidiano online il presidente della Fondazione Santa Croce e Carle Fulvio Moirano risponde indirettamente alle critiche che hanno accompagnato la scelta (che ha incassato una larga maggioranza, compreso il voto favorevole dell’opposizione di centrodestra).
Moirano, 68 anni, è stato tra i dirigenti più influenti della sanità regionale, ma non solo: direttore generale dell’ospedale di Cuneo dal 1996 al 2007, prima aveva guidato l’unificazione delle vecchie Asl nella CN1, poi direttore generale della sanità piemontese e dell’azienda sanitaria unica della Sardegna. Inoltre ha diretto per 5 anni l’Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari.
“Si parla molto di mobilità - spiega Moirano -, ma è evidente che per la maggior parte dei fruitori l’ospedale è più raggiungibile a Confreria. Certamente la rete dei mezzi pubblici andrà incrementata per favorire l’accesso dai quartieri del centro, ma se ne parlerà a tempo debito”.
Tra le obiezioni mosse nelle ultime settimane da chi continua a sostenere che l’ospedale dovrebbe rimanere dov’è c’è una presunta fretta nella scelta. Moirano risponde lapidario: “Meno male c’è stata un’accelerazione: il dibattito è durato tre anni”.
Mantenere il nosocomio in centro avrebbe avuto un impatto fortissimo sullo skyline di Cuneo: “Sarebbe diventato l’edificio più grande della città, ancora più voluminoso del Palazzo degli Uffici Finanziari (edificio definito a più riprese “ecomostro”, “obbrobrio”, “insulto” dai giornali locali e che l’amministrazione comunale sta pensando di abbattere n.d.r.).”
Nei mesi scorsi Fondazione ha aiutato l’assemblea cittadina a decidere con il finanziamento di uno studio di pre-fattibilità curato dagli architetti Benedetto Camerana, Elena Airaldi e Lorenzo Colombo, che mettendo a confronto le due sedi ha indicato l’area intorno al Carle. Poteva esserci una terza scelta? “Certo, ma ci sarebbe stato lo scoglio di dover acquisire i terreni”, risponde Moirano.
L’ospedale unico a Confreria è un’ipotesi che il manager ha in testa da tempo. “Già nel 2006 - quando era direttore generale dell’Aso - avevamo previsto l’espansione del Carle, acquistando le aree che oggi sono di proprietà dell’azienda ospedaliera e avevamo fatto vincolare altre aree (di proprietà dei conti Baudi di Selve n.d.r.)”. Per mantenere l’ospedale Hub a Cuneo - in base alle analisi degli esperti - c’è bisogno di un’area di oltre 10 ettari, superficie che risponde agli spazi individuati intorno all’edificio inaugurato in frazione nel 1935 con l’obiettivo di far fronte al dilagare della tubercolosi per poi subire, nel corso del tempo, diversi ampliamenti. “Nell’area intorno al Santa Croce si sarebbe arrivati a circa 3 ettari e mezzo acquisendo il piazzale dell’Inps, inoltre c’era anche il problema di aprire un cantiere con i reparti in funzione”.
Intanto con l’ospedale in frazione torna d’attualità una proposta che lo stesso Moirano aveva lanciato negli anni scorsi: una monorotaia tra le due sponde lo Stura. “L’amministrazione di allora aveva chiamato degli esperti da Perugia, dove è stato realizzato un progetto simile. Io l’avevo pensata per collegare le due sedi dell’ospedale, oggi potrebbe avere una funzione diversa, di mobilità integrata”.
Sull’area dismessa al Santa Croce, che nelle scorse settimane ha fatto discutere i residenti del quartiere, spaventati da un possibile degrado, Moirano ha le idee chiare. “È un opportunità per il Comune di Cuneo per fare delle scelte che guardano al futuro”, spiega: “Oggi i servizi dell’Asl sono sparsi per la città tra via Carlo Boggio e corso Francia, l’attuale sede dell’ospedale potrebbe diventare il punto di riferimento per i servizi ambulatoriali”. Ma non solo: “Progetti di cohousing, percorsi di salute volti al miglioramento degli stili di vita, un centro di gestione operativo per le neomamme, le possibilità sono moltissime”.
Ora la palla è tra le mani della conferenza dei sindaci dell’Asl CN1 presieduta dal sindaco di Busca Marco Gallo. Poi sarà la Regione, che ha inserito il progetto nel Piano di Edilizia Sanitaria e ha richiesto un finanziamento milionario al Governo, a dover dettare i tempi. Secondo una stima approssimativa per vedere il nuovo ospedale realizzato ci vorranno circa dieci anni.
Samuele Mattio
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