"Monte dei Paschi: questo fallimento ci tocca da vicino più di quanto pensiamo?"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera delle Acli provinciali cuneesi: "Quando la barca affonda è lo Stato, e quindi tutti i cittadini, a dover pagare: questo è veramente scandaloso"Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
del fallimento della banca Monte dei Paschi si legge da tempo su tutti i giornali, ma a molti la questione appare piuttosto lontana: sembra che con noi non abbia pressoché nulla a che vedere. Certo di filiali nella Granda ce ne sono solo 4 (a Cuneo, Alba, Bagnolo e Cavallermaggiore) e 34 ce ne sono in tutto il Piemonte; ma se consideriamo che in Italia raggiungono le 1418 unità, dobbiamo incominciare a chiederci se questo ennesimo fallimento, dovuto alla cattiva gestione e ad interessi personali e politici, non venga a toccarci più da vicino di quanto possiamo pensare. Attualmente sono in corso delle trattative con la Banca Unicredit che sembra disponibile ad acquisire una parte, quella relativa ai beni, di Monte dei Paschi, ma certo non ad accollarsi i debiti accumulati, i quali presumibilmente dovranno essere pagati dal Tesoro dello Stato italiano, che risulta il maggiore azionista dell’istituto di credito.
Oltre al debito, c’è anche la questione degli “esodati”, cioè i dipendenti della banca fallita, a cui sarà concessa la possibilità di cessare l’attività lavorativa in anticipo, percependo un assegno di accompagnamento per il periodo che manca all’età pensionabile, con la garanzia che vengano comunque versati i contributi necessari. Per far fronte a questa spesa, tempo fa le banche avevano istituito un “fondo esuberi” finalizzato allo scopo, ma essendo il Tesoro il maggior azionista, è facile prevedere che sarà lui a mettere i soldi necessari per sostenere la spesa degli oltre 5.000 dipendenti che saranno esodati da Monte dei Paschi. A questo punto, forse, incominciamo a percepire quanto la questione del fallimento di questa banca possa interessarci, perché se sarà lo Stato a dover sostenere la spesa, non potrà farlo in altro modo se non andando a pescare nelle nostre tasche e nei nostri portafogli. Il Monte dei Paschi, come altri istituti di credito, è sempre stato in mano ai politici, i quali non hanno saputo o voluto gestire correttamente i risparmi che la gente affidava loro; adesso, quando la barca affonda, è lo Stato e quindi tutti i cittadini, a dover pagare: questo è veramente scandaloso.
Come è stato possibile arrivare a questo punto? La gente crea gli utili e poi deve pagare i debiti prodotti da altri? E non è la prima volta, purtroppo. “Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?” (fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?), diceva Cicerone nella sua famosa orazione contro colui che congiurava per far cadere la repubblica romana. La domanda la poniamo anche noi. Fino a quando?
Le Acli provinciali di Cuneo
c.s.
CUNEO cuneo - Acli