Movida nel centro storico, parla l'avvocato: "La soluzione al problema non passa per una caccia alle streghe"
Dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto diversi locali il consulente di Confcommercio Giacomo Matteoni invita al dialogo i residenti. "Il rischio è la desertificazione"Continua a far discutere la sentenza con la quale poco più di un mese fa il tribunale di Cuneo ha condannato il gestore del Lucertolo’s, lo storico ristopub di vicolo Quattro Martiri, per disturbo della quiete pubblica. La nostra testata aveva documentato approfonditamente la vicenda giudiziaria dando conto sia delle espressioni di solidarietà con il locale multato sia delle ragioni di chi si oppone alla moltiplicazione dei dehors intorno a via Roma, come l’avvocato Claudio Massa e il comitato Centro Storico.
Tra le reazioni delle scorse settimane c’era stata anche quella dell’associazione di categoria Confcommercio Cuneo, che scegliendo la strada del dialogo si è impegnata a procedere con la stesura di un ‘Patto cittadino’ che riesca a far coabitare il diritto al lavoro delle attività commerciali e quello al riposo dei residenti. Per redigere la bozza l’associazione di categoria si è avvalsa della consulenza di un legale, l’avvocato Giacomo Matteoni, uno dei massimi esperti in materia a livello nazionale.
In questi giorni, quando dopo la conclusione del processo al titolare del Lucertolo’s si sta svolgendo un procedimento nei confronti degli Ex Lavatoi, il legale bolognese è intervenuto nel dibattito esprimendo la sua posizione: ”Quello che sta accadendo nel centro di Cuneo è esattamente quello che sta succedendo in tutte le città dove i centri storici sono vivaci e attirano persone - ha detto l'avvocato -. A nostro parere non si tratta di un problema dei gestori, come si tenta di farlo apparire, quanto piuttosto di una normativa nazionale sui limiti acustici non più adeguata alla forma dei centri storici attuali e alla presenza dei dehors che hanno modificato gli spazi e le abitudini, e che obbliga le amministrazioni comunali a contemperare nel modo più corretto possibile i diversi interessi in gioco”.
Lucertolo’s ed EXL non sono gli unici locali ad aver avuto problemi con la giustizia. In passato la Birrovia, l’ex Nuvolari e l’Osteria dei Colori hanno optato per il pagamento di oblazioni, mentre risale ai primi anni duemila la sentenza che impose all’Avenida di corso Dante di chiudere alle 23.
“Ciò che appare - prosegue Matteoni - è la sensazione che venga richiesto al gestore il gravoso onere, peraltro non meglio precisato nei suoi confini giuridici e nei protocolli regolamentari, di garantire e coordinare l’ordine pubblico dei centri storici, in sostituzione delle forze di polizia locale, quando ben sappiamo che ciò non può essere”.
La soluzione, secondo il legale, passa per un accordo:“Oramai da tempo sono proprio i gestori dei locali del centro storico a chiedere aiuto a Confcommercio e all’amministrazione comunale per individuare gli strumenti giuridici e regolamentari più efficaci a garantire gli interessi di chi lavora nel rispetto dei diritti dei residenti”
L’avvocato mette però dei paletti: “Siamo però dell’idea che non è attraverso ‘una caccia alle streghe’ che si troveranno le soluzioni al problema, ma solo creando un dialogo reale e realizzando dei ‘documenti’ che impegnino tutte le parti in gioco, nessuna esclusa, al rispetto e al decoro del centro e delle norme, in una crescente consapevolezza reciproca che oggi i centri storici hanno forme e condizioni totalmente diverse rispetto al passato”.
Il timore è che la crociata contro la ‘movida’ possa scoraggiare chi è interessato a investire nel centro storico. “Il rischio - conclude Matteoni - è che tale clima possa produrre ulteriori danni economici irreversibili alle imprese, con una progressiva ‘desertificazione’ dei centri storici che accrescerà, al contrario, la percezione di pericolo nei cittadini stessi".
Samuele Mattio
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