Nazione Futura: “Ricordare l'MSI è perfettamente democratico”
L’associazione interviene nella polemica tra La Russa e l’Anpi: “Il Movimento Sociale Italiano è stato protagonista della storia repubblicana dell’Italia”Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio Direttore,
il 26 dicembre ricorreva il settantaseiesimo anniversario di nascita del M.S.I (Movimento Sociale Italiano), partito fondato nel 1946 da Giorgio Almirante. Ne ha voluto ricordare la memoria il presidente del Senato Ignazio La Russa, fatto che ha subito provocato reazioni furibonde nell’ala sinistra parlamentare ed extra-parlamentare.
Il Partito Democratico ha definito il caso come una violazione al giuramento sulla Costituzione, arrivando a chiedere le dimissioni della seconda carica dello Stato. L’Anpi ha rincarato la dose dichiarando che si è fatto “uno sfregio alle istituzioni democratiche”.
Lungi da noi voler difendere a spada tratta il Presidente del Senato, che del resto neppure ne avrebbe bisogno, tuttavia all’alba del 2023 riteniamo che sia giunto il momento per questo paese di vivere la politica come missione civile in servitù dello Stato e non come continua a mera propaganda alimentata da slogan fini a sé stessi ed a strumentalizzazioni divisive e sterili.
Chi parla di attacco alla democrazia, conosce bene il percorso storico ed agisce a sproposito ed in evidente malafede. Può piacere o meno, come è giusto che sia, ma il Movimento Sociale Italiano è stato protagonista della storia repubblicana e democratica dell’Italia, ed i suoi rappresentanti sono stati regolarmente eletti dai cittadini. Non solo, nel corso del tempo i suoi esponenti hanno collaborato alla vita parlamentare, alla creazione della giurisprudenza ed all’evoluzione del nostro Stato. Ricordare questo, non può essere causa di polemica.
A meno che la questione non divenga ambivalente, se ne sottragga ogni vena di parzialità e si voglia promuovere lo stesso ragionamento al polo opposto ed estremo. Perché gli stessi che oggi puntano il dito, solo due anni fa celebravano con entusiasmo il centenario del Partito Comunista Italiano. Furono promossi incontri, dibattiti, commemorazioni, celebrazioni pubbliche. Il tutto con finanziamento pubblico di 800mila euro. Persino lo scrivente, che pure è molto lontano dalla storia e dalle idee del PCI, ha contribuito con le sue tasse a permettere i festeggiamenti.
Non solo ne festeggiarono il centenario, mai nessuno di questi moralisti da opposizione si è permesso, negli anni, di prendere le distanze dal comunismo e dalle sue tragedie e brutture spaventose. Sottrarsi a questo tipo di ragionamento è onestamente improprio. Riteniamo invece che questo Paese debba guardare al futuro e non più al passato, tenendo conto che stiamo affrontando un momento senza precedenti.
Ci sono comunità politiche, grandi famiglie ideali, che vanno ricordate e valutate per quanto la loro storia ha dato a questo Paese. Farlo è doveroso per comprendere chi eravamo e chi siamo e poter mettere solide basi verso la costruzione del domani. Lo faccia anche una sinistra che mai come oggi è orfana di argomenti e di proposte, che mai come oggi è invisa agli elettori.
Con buona pace di quel MSI e di quella destra che potrà non piacere, ma ha contribuito alla vita democratica di questo Stato senza cercare di censurare i punti di vista differenti.
Paolo Radosta
Coordinatore provinciale Nazione Futura
Redazione
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