Nel 2019 in Piemonte undici incidenti mortali in più rispetto al 2018: 'Molti sarebbero evitabili'
I dati illustrati dalla Polizia Stradale durante il lancio di una campagna social rivolta agli studenti sul tema della sicurezza stradaleNel 2019 in Piemonte sono avvenuti 4441 incidenti stradali (4744 erano quelli registrati nel 2018), di questi 2805 hanno registrato solo danni (nel 2018 erano 2922), 1566 hanno riportato lesioni (nel 2018 erano 1763) e 70 sono invece stati quelli mortali (11 in più rispetto all’anno precedente). I conducenti controllati con etilometro o precursore ammontano a 126.579: 1.917 sono stati sanzionati per guida sotto l'influenza di alcol, 142 sono invece risultati positivi a una o più sostanze stupefacenti. Sono solo alcuni dei dati che la Polizia stradale ha illustrato questa mattina nell’ambito dell’incontro e della campagna social rivolta agli studenti “#sicuroèmorto #deciditucometornareacasa", promossa dal Consiglio regionale, a Palazzo Lascaris.
Un argomento di grande attualità, quello della sicurezza stradalee, sul quale occorre alzare il livello di sensibilizzazione attraverso un cambio culturale, costruito anche attraverso un linguaggio e una comunicazione più vicina ai giovani. A tale scopo il Consiglio regionale ha ideato la campagna di sensibilizzazione #sicuroèmorto e #deciditucometornareacasa, a testimonianza del fatto che la maggior parte dei fattori di rischio che favoriscono l'evento incidente stradale sono legati alla persona e ai suoi stili di vita, come il consumo di alcol e sostanze psicotrope, la disattenzione o l’eccesso di sicurezza.
A portare i saluti ai ragazzi del liceo Cavour presenti in aula, anche il vicepresidente Giunta regionale Fabio Carosso, che si è soffermato sul significato di buona guida: "Imparare a guidare bene non vuol dire andare veloci ma avere rispetto per gli altri, per tutti i soggetti che frequentano la strada. La patente non è garanzia di bravura, occorrono anni di esperienza e tanti chilometri percorsi".
“La sicurezza è concetto importante, ogni cittadino deve avere la percezione di quella che è la vita sociale e deve sentirsi sicuro attraverso un apparato dello Stato che possa garantirla. - ha dichiarato Maria Dolores Rucci, Dirigente del Compartimento Polizia Stradale Piemonte e Valle d'Aosta - Bisogna godere della vita rispettando piccole norme di comportamento ma essenziali. La strada è un luogo che tutti percorriamo, da pedoni, ciclisti, conducenti e come luogo e spazio condiviso bisogna considerarlo ogni volta che ci si mette alla guida. Fra le tante attività che la Polizia Stradale svolge, il rispetto dell’art. 142 C.d.S. (eccesso di velocità); art. 171 C.d.S. (uso del casco); art. 172 C.d.S. (cinture di sicurezza); art. 173 C.d.S. (uso dell'auricolare o viva voce); art. 186 C.d.S. (guida in stato di ebbrezza); art. 187 C.d.S. (guida sotto l'influenza droga)”.
“Sono qui non senza fatica - confessa ai ragazzi Alessandro Santagada, responsabile per Torino e provincia dell’Associazione vittime della strada, - e lo faccio non per me perché penso al messaggio che mio figlio avrebbe voluto dare se fosse ancora vivo. I ragazzi stessi siano d’esempio per i loro coetanei, abbiano rispetto per la vita e agiscano sempre secondo buon senso. Queste storie hanno una duplice faccia che non va mai sottovalutata, la morte di una persona che si amava e il dolore di tutti quei genitori che restano”.
“La sicurezza sulla strada si fa attraverso una sicurezza partecipata, attraverso piccole scelte quotidiane che garantiscono la sicurezza di tutti - ha dichiarato Giovanni Mistrangelo, Sostituto Commissario Polizia di Stato - Comportamenti superficiali, frettolosi, sbadati, e non solo quelli volutamente rischiosi, sono l’origine di molti degli incidenti stradali che vedono coinvolti i pedoni e i conducenti presenti sulla strada. La campagna avviata oggi con il Consiglio regionale #sicuroèmorto ci permette di rivedere e scoprire quali comportamenti adottare tutti insieme per una circolazione sicura e consapevole dei rischi che si corrono. Inattenzione e distrazione, stanchezza e sonno, sistemi di protezione attiva e passiva, stati di alterazione, questi e molti sono i fattori su cui bisogna agire in maniera collettiva. Dall’inizio dell’anno scolastico abbiamo incontrato nelle scuole circa 1600 ragazzi, perché solo parlando e comunicando possiamo prevenire comportamenti rischiosi”.
“Il corretto utilizzo delle protezioni è fondamentale - ha dichiarato nel suo intervento Alessandro Aprato, chirurgo ortopedico specialista in traumatologia CTO Torino - L’aumento di incidenza è da attribuire anche alle cattive abitudini, frenare in moto con il piede che sfiora l’asfalto, guidare con le infradito, sottovalutare gli effetti della stanchezza e del sonno. Tanti incidenti sarebbero evitabili”.
c.s.
CUNEO incidenti stradali