Nel 2020 le esportazioni in provincia di Cuneo hanno sfiorato quota 7,9 miliardi
Flessione del 6,9% per le vendite all’estero. Il saldo della bilancia commerciale segna più 3,6 miliardi di euroMalgrado il dinamismo del nostro tessuto produttivo l’export della Provincia di Cuneo nel 2020 ha risentito degli effetti negativi della pandemia da Covid-19. I risultati degli scambi internazionali vanno letti alla luce delle difficoltà di collegamento e di trasporto a livello mondiale e delle restrizioni messe in campo dalle principali economie per contrastare l’emergenza sanitaria. La caduta di produzione e domanda ha quindi penalizzato molti Paesi e rallentato le dinamiche del commercio estero.
Nel 2020 il valore delle esportazioni cuneesi di merci si è attestato a circa 7,9 miliardi di euro, dagli 8,4 miliardi di euro del periodo gennaio-dicembre 2019, registrando una contrazione del 6,9% rispetto al 2019, dato peraltro migliore rispetto a quello regionale (-12,7%) e nazionale (-9,7%). La pesante contrazione dell’export nazionale deriva da flessioni registrate in tutte le Regioni italiane eccetto il Molise e per i 2/3 è frutto del consistente calo delle 4 principali Regioni esportatrici (Piemonte – 12,7%, Lombardia – 10,6%, Emilia-Romagna e Veneto – 8,2% per entrambe).
Prendendo in esame le singole performance trimestrali si osservano risultati negativi nei primi tre trimestri dell’anno (rispettivamente -4,2% nel primo, - 25,2% nel secondo e -3,0% nel terzo) che l’inversione di rotta registrata nel IV trimestre (+2,9%) non è riuscita a compensare.
Il valore delle importazioni di merci è stato pari a 4,2 miliardi di euro, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-5,4%). Il saldo della bilancia commerciale per la provincia di Cuneo resta positivo e pari a 3,6 miliardi di euro, risultato meno favorevole rispetto a quanto realizzato nel 2019 (4 miliardi di euro).
“Soltanto la pandemia poteva fermare un ininterrotto processo di crescita che ci portò, nel 2019, ad un export complessivo che superava gli 8 miliardi di euro, con una leadership nazionale nel campo delle esportazioni agroalimentari – sottolinea il Presidente Mauro Gola – Il dato del 2020, seppur negativo, è migliore del previsto e dimostra ancora una volta la capacità di reazione del nostro comparto produttivo anche nel far fronte a inaspettate difficoltà di portata globale. Alcuni settori, nello specifico quello agroalimentare, sono riusciti addirittura a migliorare i risultati, già straordinari, del 2019. È un forte segnale di speranza da cui ripartire, senza contare che anche altri comparti, in particolare la metalmeccanica e la gomma-plastica, hanno incrementato le vendite all’estero nell’ultimo trimestre del 2020."
La battuta d’arresto a livello complessivo provinciale è scaturita dai trend negativi della quasi totalità dei principali settori, in particolare del manifatturiero che, con un peso del 93,9% delle vendite cuneesi all’estero, registra una flessione del 7,9% su base annua. Più in dettaglio, i mezzi di trasporto, pari al 16,7% dell’export manifatturiero provinciale, hanno perso il 14,4% rispetto al 2019; i macchinari e gli apparecchi il -10,0%, gli articoli in gomma e materie plastiche il -9,4%, i metalli di base e prodotti in metallo il -22,5%, il legno e prodotti del legno il -35,2%.
Con una quota del 37,4% sulle esportazioni totali, i prodotti alimentari, bevande e tabacco sono il principale settore delle vendite oltre confine e riportano un aumento dell’1,5% rispetto al 2019. In crescita anche l’export relativo ai prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e pesca (+ 9, 5 %).
Per quanto concerne i mercati di sbocco, il bacino dell’Ue-27 post Brexit assorbe il 62,4% delle vendite all’estero e si conferma, anche per il 2020, l’area di destinazione principale delle esportazioni cuneesi. Ai mercati situati al di fuori dell’area comunitaria è destinato il restante 37,6%. Entrambi i bacini chiudono con una variazione tendenziale negativa, rispettivamente pari al -10,4% per i mercati comunitari e del -0,5% per i restanti Paesi.
Dall’analisi per paese emerge come la contrazione delle vendite all’estero della provincia Granda abbia riguardato tutti i Paesi continentali più significativi: nella fattispecie si registra un segno negativo verso Francia (-9,9%), Germania (-8,4%), Spagna (-19,3%) e Polonia (-15,8%).
Al di fuori dei confini dell’Unione europea, Stati Uniti e Regno Unito rappresentano le prime due destinazioni delle merci locali, rispettivamente con una quota del 7,1% e 5,7%, seguite dalla Svizzera. Il dato più sorprendente è quello degli Stati Uniti dove le imprese cuneesi hanno incrementato le vendite del +12,6%, mentre si è registrata una flessione dell’8,6% verso il Regno Unito e del 3,9% verso la Svizzera. Buone le esportazioni verso Canada (+9,3%) e Russia (+7,3%) nonostante la loro rappresentatività di poco superiore all’1,5%.
Redazione
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