Nella Granda sono in corso cinque indagini sul fenomeno del caporalato in agricoltura
L'annuncio del Questore di Cuneo, che spiega: “Il lavoro nero è presente, ma non è un fenomeno''“Il lavoro nero è presente? Si. È un fenomeno? No”. Con una frase efficace il Questore di Cuneo, Emanuele Ricifari, ha sintetizzato la situazione della regolarità dei contratti di lavoro dei braccianti agricoli impiegati nella raccolta della frutta nelle campagne del Saluzzese.
In occasione della tavola rotonda su migranti e senzatetto svoltasi lo scorso venerdì 2 ottobre ai Salesiani di Cuneo, il capo della Polizia cuneese, incalzato dalle domande del moderatore Pietro Carluzzo, ha anticipato una notizia di rilievo: attualmente in provincia di Cuneo sono in corso cinque indagini per il reato di caporalato. “Due portate avanti dalla Polizia, una dalla Digos e una dalla Squadra Mobile della Questura - ha detto Ricifari - Due sono condotte dai Carabinieri e una molto approfondita dalla Guardia di Finanza”.
“Si tratta di indagini molto serie su situazioni più gravi del caso di cui si discuterà il prossimo 12 ottobre - ha osservato l’ex vicequestore di Brescia -, ma non bisogna far passare un messaggio sbagliato: la provincia di Cuneo non è Rosarno".
Nell’occasione sono stati ribaditi i dati dei controlli effettuati sulle aziende ortofrutticole: “Da giugno al 30 settembre tra noi la Finanza, l’Arma e la Polizia Provinciale e l’Ufficio Territoriale del Lavoro sono stati fatti circa 200 controlli nel solo Saluzzese”. Quanti di questi hanno portato a rilevare situazioni irregolari? “Un quarto, ma in gran parte si tratta di reati in materia di sicurezza, non di sfruttamento o caporalato”.
s.m.
CUNEO cuneo - caporalato