No alle uscite didattiche senza super green pass: il movimento Scuole Aperte Cuneo non ci sta
La rete anti-Dad scrive a Draghi e denuncia “l’ultima irragionevole ingiustizia”: “Alunni esclusi anche dalle visite al Memoriale della Shoah di Borgo San Dalmazzo”Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Scuole Aperte Cuneo, allegato alla lettera aperta che la Rete Nazionale Scuole in Presenza ha scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi:
Autorizzazione negata a partecipare ad uscite didattiche sul territorio: questa l'ultima irragionevole ingiustizia che sono costretti a subire gli alunni senza super green pass. Gite a carattere culturale previste nell'orario scolastico e inserite nel programma di studio, dalle quali vengono esclusi coloro che non possiedono la certificazione.
Come già sottolineato nell’ultimo comunicato stampa di Scuole Aperte Cuneo, si fa sempre più insostenibile l’impossibilità da parte degli studenti non vaccinati a partecipare alle varie uscite giustamente organizzate dai vari istituti che però vengono a scontrarsi con la richiesta del GP da parte della quasi totalità dei luoghi oggetto delle visite didattiche. Da evidenziare, come esempio di stretta attualità, la programmazione, da parte di diverse scuole medie del cuneese, della visita e l’attività didattica presso il Memoriale della Shoah di Borgo San Dalmazzo.
Ai genitori che chiedono spiegazioni e cercano disperatamente soluzioni per tutelare i diritti dei propri figli viene data la gelida giustificazione: “applichiamo soltanto il regolamento, non dipende da noi, ma dobbiamo attenerci alle normative in vigore” e come se non bastasse, si esige che siano i genitori stessi a fornire una “non autorizzazione” a partecipare all’uscita... forma di tutela contro possibili future complicazioni? Difficile dare una spiegazione ragionevole per una situazione illogica a questi bambini e ragazzi, spesso con fragilità di vario tipo, che quel giorno non potranno andare in gita con i compagni che frequentano tutti i giorni e che si vedono privati di un'importante occasione di apprendimento.
Si pensava che l’ambiente scolastico rappresentasse ormai l’unico posto dove fosse garantita e ancora ritenuta legale la socializzazione per i ragazzi, seppur congelata dalla distanze, dalle norme di prevenzione e dall'ansiogeno clima che respirano da due anni in aula. L’illusione che la scuola potesse rimanere un contesto libero da discriminazioni da parte delle istituzioni invece sta rovinosamente crollando: i capisaldi pedagogici su cui essa si fonda e che poteva vantare come propri punti sociali di forza oggi non vengono più rispettati e onorati.
Oggi la scuola esclude. Oggi il diritto all'istruzione viene calpestato spudoratamente. Proprio all’interno della scuola, dove, almeno sulla carta, si decanta l’inclusione, l’importanza dell'accoglienza, il valore delle differenze, dove si promuove l’educazione civica, si stanno verificando sotto gli occhi di tutti e tra l’indifferenza generale inquietanti discriminazioni nei confronti degli studenti non vaccinati. Discriminazioni gravi che continuano ad inaridire senza pietà la vita di bambini e ragazzi già ridotta ai minimi termini negli ultimi due anni.
I ragazzi si ritrovano in uno stato di confusione e disorientamento di fronte ad una palese discrepanza tra ciò che le figure educative trasmettono loro a parole e quello che invece vivono direttamente sulla propria pelle per volontà “dei grandi”... Insomma questi adulti predicano bene e razzolano davvero male. È noto che l'esempio pratico e la coerenza sono condizioni fondamentali nei processi educativi e che i giovani prestano estremamente più attenzione a ciò che noi adulti facciamo rispetto alle lezioni che ricevono a parole: con l’esempio che hanno oggi dalle istituzioni di riferimento non possono che essere istigati all'indifferenza, ad escludere, discriminare anche i più fragili.
Rinunce, sacrifici enormi, annientamento della vita sociale, compromissione della salute mentale sono il prezzo da pagare per la generazione più preziosa per il futuro dell'umanità. Le équipe di psicologi, neuropsichiatri, educatori continuano a lanciare allarmi molto preoccupanti sulla situazione critica che sta interessando indistintamente i giovanissimi.
Lo stato di incertezza permanente e inquietudine che deriva dal non sapere se domani i diritti essenziali saranno loro garantiti oppure se dovranno subire sempre maggiori violazioni delle loro libertà individuali li porta a sviluppare disagi psichici anche gravi che diventa sempre più difficile risolvere con le risorse di supporto a disposizione. Sì sta trascurando in questo modo la salute psicofisica delle persone, dei ragazzi, dei bambini, soprattutto dei più fragili.
La domanda angosciante che viene da porsi è: esiste ancora una soglia oltre la quale diventa umanamente non tollerabile rispondere “non dipende da noi, stiamo solo applicando il regolamento in vigore”?
Scuole Aperte Cuneo
Redazione
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