'Non siamo contrari ai biodigestori: siamo contrari a un biodigestore di queste dimensioni in questo luogo'
Il dottor Franco Dini, membro del comitato 'No al Biodigestore' di Borgo San Dalmazzo, replica ad un approfondimento sull'impianto pubblicato sull'ultimo notiziario comunaleRiceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa firmato dal dottor Franco Dini, membro del comitato "No al Biodigestore" di Borgo San Dalmazzo, che replica ad alcuni articoli sul tema dell'impianto pubblicati sull'ultimo notiziario comunale.
Nelle scorse settimane è giunto alle famiglie di Borgo San Dalmazzo il Notiziario del Comune. Gran parte del Notiziario è dedicato a difendere la posizione del Sindaco in favore della realizzazione a Borgo di un Biodigestore per raccogliere i rifiuti organici di tutta la provincia di Cuneo ed eventualmente del resto della
Regione stessa. Una vicenda in cui – come è noto – la popolazione in grande maggioranza è contraria. Peccato che sul Notiziario, pagato con i soldi pubblici, appaia una sola posizione, a dispetto di quelle che sono le più elementari regole della democrazia partecipativa. Per questo chiediamo ospitalità al suo giornale
per esporre e rispondere a quanto affermato dal Sindaco sul Notiziario, rispondendo punto per punto:
Punto 1 – Si continua a parlare di “Progetto di Riqualificazione tecnologica dell’impianto di compostaggio esistente con produzione di biometano”, quando in realtà si tratta della creazione “ex novo” di un Biodigestore. In modo autorevole questa visione la ha confermata anche l’organo tecnico della Provincia ritenendo necessaria una VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale). Evidentemente non si tratta di riqualificazione.
Punto 2 – Ci rincuora la citazione delle Normative europee sugli incentivi recepita dalla legislazione italiana, per favorire e promuovere l’uso di energie da fonti rinnovabili e della Economia Circolare, per ribadire che il nostro “Comitato NO al Biodigestore”, non è contrario al processo o utilizzo dei biodigestori in generale: noi siamo contrari a questo biodigestore, in questo luogo e in queste dimensioni.
Punto 3 – Sul Notiziario si accenna alla Sindrome NIMBY ("Not in my back yard", "Non nel mio giardino"). Quando parliamo di luogo, parliamo di San Nicolao, un luogo che ieri era in piena campagna, ma oggi fa parte di un quartiere. Quando parliamo di luogo e dimensioni lo facciamo a partire da due concetti; il primo, consumo del territori (attualmente si parla di “+2.400 mq di superficie”, che saranno sicuramente insufficienti), il secondo concetto riguarda le dimenioni stesse del biodigestore, un mostro, prodotto dalla immaginazione del Sindaco senza rispondere a un Piano o ad un Progetto Regionale, per favorire il conferimento dell’organico di tutta la provincia di Cuneo e probabilmente anche da fuori provincia.
Punto 4 - Scrive il Sindaco: “Per funzionare ed essere remunerativo…”. E’ proprio questo il punto che abbiamo sempre messo in discussione. Questo biodigestore non viene fatto per risolvere il problema dei rifiuti organici del nostro Comune e del nostro Consorzio, viene fatto per essere remunerativo! Privilegiando il denaro ai beni comuni, a una visione ecologica e comunitaria.
Punto 5 – Sul Notiziario scrive ancora: “Ci sono lettere e documenti dei Consorzi che confermano la disponibilità a conferire l’umido all’ACSR”. Proprio il sindaco che parla di “interpretazioni e dell’ordine semantico del linguaggio” dovrebbe spiegare l’interpretazione semantica del termine disponibilità. Disponibilità, vuol dire disponibilità e basta, non vuol dire accettazione, ratifica, sottoscrizione o approvazione. Vale a dire che oggi non abbiamo nessuna garanzia dell’adesione degli altri Consorzi (dell’Albese, Saluzzese e Monregalese) di conferire l’organico nel Progetto Biodigestore di Borgo. Per cui sicuramente per farlo funzionare a regime si dovranno reperire rifiuti organici da fuori provincia o addirittura da fuori Regione.
Punto 6 – “Quanta acqua viene consumata? Un massimo di 20.000 mc/anno (equivalente del consumo medio annuo di 300 persone)”: vi sembra poco, ci domandiamo noi?
Punto 7 – “Quali sono i quantitativi di organico da smaltire in base al progetto? 35.000 t/anno di organico + 10.000 t/anno di sfalci e potature”. Proprio questo quantitativo è quello che contestiamo. Proprio questo biodigestore di 45.000 t/anno non vogliamo per Borgo! Perché? Perché oggi nel nostro consorzio (Acsr
Spa) di San Nicolao costituito da 54 comuni si producono e conferiscono: organico 10.000 t/anno + 7.600 t/anno di verde. Se la proposta di un biodigestore fosse basata su principi ambientali e per il bene di Borgo, basterebbe un biodigestore di 18.000 t/anno, non uno di 45.000 t/anno come proposto dal Sindaco. Poi, una volta fatto un mostro di 45.000 t/anno, dovranno alimentarlo, senza scendere di volume perchè non sarebbe più “remunerativo”, come dice il Sindaco. La domanda viene spontanea; vogliamo risolvere il problema dell’organico di San Nicolao o vogliamo una attività “remunerativa”?. In più, se non arrivasse organico dalla provincia di Cuneo (da Alba, da Savigliano, da Mondovì) per mantenere l’attività “remunerativa”, potrebbe diventare necessario accettare rifiuti organici da fuori provincia o da fuori regione, come abbiamo detto.
Punto 8 – Scrive il Sindaco nel Notiziario; “La nuova sezione, chiusa e a tenuta, contribuirà alla riduzione degli odori”. Proprio lui che parla di “interpretazioni e dell’ordine semantico del linguaggio” scrive “riduzione”, giustamente questa volta, perché non può dire: non ci saranno più cattivi odori. Solo che per “ridurre” gli odori pensa spendere 13.400.000 euro (costo “iniziale” del progetto).
Punto 9 – Si parla di “contributi statali di circa 2 milioni di euro l’anno”. Dovete sapere che il Decreto DM 2 marzo 2018, si riferisce a Impianti di produzione di biometano nuovi entrati in esercizio successivamente alla data di entrata in vigore del Decreto (20 marzo 2018) ed entro il 31 dicembre 2022. Vuol dire che l’impianto di Borgo, ancora neanche cominciato deve essere finito e funzionante entro il 31 dicembre 2022, per poter ricevere i contributi statali. Anche nel caso l’impianto fosse realizzato nei termini, rimane pur sempre un impianto che secondo quanto dichiarato nelle diapositive dell’Acsr Spa “il cui ammortamento è stato calcolato su 10 anni”. Dieci anni per pagarlo. In 10 anni l’evoluzione tecnologica offrirà sicuramente soluzione adeguate al fabbisogno di Borgo e del nostro Consorzio. Possiamo aspettare senza indebitarci oggi per 13.400.000 euro.
Punto 10 – Rispetto alla produzione e vendita del compost, già sappiamo che ad oggi il compost dobbiamo regalarlo, nessuno lo compra. E come insegna un detto popolare: “Non vendere il pesce prima di averlo pescato”. Non basta dire: “Produrremo Compost di qualità”, oggi in agricoltura si usano un’infinità di tipi diversi di compost, specifici per ogni coltivazione, con diverse proprietà biologiche, fisiche e chimiche, vale a dire non esiste più solo UN compost di qualità. Ogni produttore vuole un compost specifico al proprio prodotto.
Punto 11 – “E previsto un incremento di 3 unità (1 impiegato tecnico e 2 operai) oltre all’indotto”. Ad oggi gli operatori son 21. L’assemblea dell’ACSR in data 18-11-2019 ha nominato 5 membri del CDA, con la motivazione che la società è composta da 54 soci (Comuni) e quindi ne deriva l’esigenza di rappresentazione. Infatti tre membri sono di Cuneo, uno di Borgo S.D. e uno di Dronero. Il CDA è passato da 1 a 5 membri e la spesa è passata da € 25.000 a € 50.000. Gli operatori ad oggi, sempre 21. Ricordiamo che nel Testo unico in materia di Società a partecipazione pubblica D.LGS. N.175/2016, nel Art. 11, comma 2, dice che l’organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito, di norma, da un amministratore unico e nel comma 3, l’assemblea della società a controllo pubblico, con delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei costi, può disporre che la società sia amministrata da un CDA composto da 3 o 5 membri e in tal caso la delibera è trasmessa alla corte dei Conti e al Ministero Economia e Finanze. Pertanto vorremmo sapere se il comma 3 e stato rispettato.
Punto 12 – Ribadiamo che Borgo per un impianto del genere non è baricentrico a Saluzzo, Mondovì e Alba. Poi nessuno obbliga al Sindaco di Borgo programmare un Progetto per risolvere il problema del conferimento dei rifiuti organici di tutta la provincia di Cuneo. Vogliamo ricordare che nella Assemblea Ordinaria dei Soci
dell’Acsr Spa, del 19 dicembre 2019, con all’ordine del giorno “Approvazione del Progetto di Riqualificazione tecnologica dell’impianto di compostaggio esistente con produzione di biometano”, dai 54 comuni soci-azionisti del Consorzio, al momento della votazione, erano presenti 26 azionisti che votarono: 19 a favore, 1
astenuto e 6 contrari.
Punto 13 – Vorremmo un chiarimento, dove il Sindaco dice: “Con la chiusura della discarica e l’ammodernamento dell’impianto di compostaggio è ragionevole pensare che sul mercato immobiliare non ci saranno effetti negativi”. Cosi come sull’affermazione: “Circoleranno circa 4 camion in più ogni giorno".
Punto 14 – Scrive ancora il Sindaco “Il nostro Comune incasserà tutti gli anni dall’ACSR 400.000 euro circa”. Anche qui rispondiamo al Sindaco con un altro detto popolare: “Non fare i conti senza l’oste”. Il Sindaco dovrebbe spiegare “con documenti sottoscritti” la provenienza di questo utile di 400.000 euro circa.
Punto 15 – Per concludere dobbiamo ringraziare il Sindaco per la foto, alla pagina 8 del Notiziario, dell’impianto di Faedo (Trento), proprio perché anche noi come Comitato usiamo quella foto per far vedere e dimostrare perché diciamo NO al biodigestore in Via Ambovo – San Nicolao a Borgo San Dalmazzo. Come si può vedere l’impianto di Faedo è situato in una pianura (San Nicolao è una scarpata) con a destra una montagna e a sinistra un pianoro che arriva fino al fiume Adige. Faedo si trova a 9 km e San Michele all’Adige a 5 km e hanno rispettivamente 642 abitanti e 3.800 abitanti. Borgo ha 12.448 abitanti con case, non a km di distanza ma a poche centinaia di metri di distanza dal biodigestore. Poi i consiglieri comunali che sono andati a visitare l’impianto non hanno detto che quell’impianto in quel momento utilizzava il Biogas (60% di metano) per produzione di energia elettrica, e che la sezione di “Upgrading” (che vogliono fare a Borgo), per produrre Biometano (97% di metano) sarebbe stata pronta solo per metà 2020. Ci domandiamo, cosa hanno visto allora? Cosa c’entra Faedo con Borgo?
Conclusione: aarà il Biodigestore il test-prova del progetto “fusione” tra BSD e Cuneo?
Dott. Franco Dini
Comitato NO al Biodigestore a BSD
Redazione
BORGO SAN DALMAZZO Borgo San Dalmazzo - biodigestore