Oltre 70 gli interventi effettuati nella sala ibrida dell'ospedale Santa Croce nel periodo Covid
La disponibilità dello spazio, attivo dal 2012, ha permesso di non sospendere una moltitudine di attività: dai traumi ai tagli cesarei“La sala ibrida è il posto ideale per affrontare le patologie complesse”, così Alessandro Locatelli, direttore del dipartimento di Emergenza e Aree Critiche, ha illustrato alla stampa i dati di uno spazio che, a otto anni dall’inaugurazione, ha visto effettuare al suo interno oltre 3 mila interventi e resta un fiore all’occhiello dell’ospedale Santa Croce di Cuneo.
Ubicata a metà strada tra Pronto Soccorso e la Rianimazione, la sala ibrida, al cui interno è possibile effettuare attività di diagnostica, terapia e interventistica, si è rivelata fondamentale per garantire la continuità delle urgenze nel periodo dell’emergenza sanitaria da coronavirus. La disponibilità della sala ha permesso di non sospendere una moltitudine di attività, dai traumi ai tagli cesarei, alla chirurgia cardiaca mini-invasiva. È stata utilizzata soprattutto per i cosiddetti pazienti “grigi”, giunti in Pronto soccorso e in attesa di tampone.
Sono stati oltre 70 gli interventi effettuati al suo interno durante i mesi della pandemia, di cui 35 urgenze, tra infarti, politraumi e sanguinamenti, ma anche parti. Il caso più particolare riguarda una donna entrata in ospedale alla 28esima settimana di gravidanza positiva al covid, in rianimazione con un trattamento intensivo, e che ha partorito con un cesareo. Una vicenda difficile, ma a lieto fine: oggi sia la mamma che il piccolo stanno bene.
"Molti ospedali hanno una sala ibrida dedicata a un solo reparto, mentre il nostro ha optato per la multidisciplina, una scelta che si è rivelata fortunata - ha spiegato Locatelli -: siamo riusciti a portare una serie di interventi che avremmo dovuto portare in un blocco operatorio con tutte le problematiche di igienizzazione e sanificazione del caso”.
Partita nel 2012 come sala a disposizione di cardiovascolare, neurochirurgia, ostetricia, negli ultimi anni l’utilizzo è stato allargato anche ad altre discipline. “Una procedura mini-invasiva molto precisa ha consentito, negli ultimi anni, di aprire la sala – uno dei pochi casi al mondo - per interventi di chirurgia toracica. L’integrazione tra alta tecnologia e diagnostica intraoperatoria, oltre alla disponibilità di un’équipe di professionisti d’eccellenza, ne fanno un eccellenza per la gestione di procedure relative a discipline diverse”. “Ormai questo tipo di sala è indispensabile, un eventuale nuovo ospedale dovrebbe prevederne tre o quattro”, ha aggiunto il medico pensando alla struttura unica.
Dopo il rinvio degli interventi programmati causa covid, ad oggi l’attività chirurgica dell’ospedale di Cuneo è tornata al 60-70%. La ripresa a pieno regime non sembra vicina: “Finché avremo percorsi separati per i pazienti contagiati non riusciremo a tornare al massimo dell’operatività”, ha concluso Locatelli. In Piemonte possono vantare una struttura analoga l'Ospedale Mauriziano e la Città della Salute di Torino, e il nuovo ospedale unico di Verduno.
Samuele Mattio
CUNEO Ospedale - Sala Ibrida