Otto cooperative cuneesi rinunciano al nuovo bando della Prefettura per l'accoglienza dei migranti
Tagli a fondi e princìpi. La nuova linea premia le accoglienze concentrate piuttosto che i piccoli numeri. Continueranno comunque a gestire il progetto SPRARIl Decreto Sicurezza del ministro dell'Interno Matteo Salvini continua a far discutere l'Italia e l'Europa per le sue ripercussioni sul delicato tema dell'immigrazione e la provincia di Cuneo non è esente dalle polemiche. Lo scorso venerdì decine di persone si sono date appuntamento sotto la Prefettura per manifestare la loro solidarietà alla comandante Carola Rackete e ai migranti della Sea Watch, ma già nei mesi scorsi i cortei per le vie del capoluogo della Granda ostili al provvedimento varato dal titolare del Viminale sono stati più d'uno. Nel mirino dei manifestanti le conseguenze della legge sui sistemi di integrazione dei migranti.
Notizia di oggi è un nuovo atto di protesta, questa volta posto in essere da otto cooperative sociali di 'Rifugiati in rete': le coop che si occupano di accoglienza sul territorio della Granda hanno scelto di disertare il nuovo bando della Prefettura per l'accoglienza dei migranti nei CAS. Non una decisione improvvisata, ma “Il frutto di un lungo percorso di riflessione – spiega Nicola Mellano, presidente della cooperativa Fiordaliso e referente di 'Rifugiati in Rete' -. Facevamo il nostro lavoro sulla base di alcuni principi: l'accoglienza diffusa e personale qualificato. Condizioni che sono venute a mancare nella nuova impostazione dei bandi di gara”.
La nuova linea premia le accoglienze concentrate piuttosto che i piccoli numeri, lo dimostra il budget messo a disposizione (lontano dai 35 euro che facevano parlare i critici di 'professionisti dell'accoglienza'): si parla di 21 euro per le accoglienze da 0 a 50 persone e di 23 per quelle da 50 a 100. A fronte di una riduzione del corrispettivo c'è anche una diminuzione dei servizi richiesti. “Dal bando sono scomparse le figure dell'operatore linguistico e del mediatore culturale – spiega ancora Mellano -, i bisogni continueranno, ma mancheranno i supporti psicologici: la sofferenza non verrà più affrontata e gestita”. Dal bando scompare anche l'insegnamento della lingua italiana, che diventa facoltativo. “Era un nostro baluardo” racconta con rammarico il rappresentante della Fiordaliso.
Le cooperative continueranno a gestire il progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), costituito dalla rete degli enti locali per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, in virtù del bando triennale vinto, che durerà fino al 31 dicembre 2020. “Lo SPRAR è e continuerà a essere il sistema migliore, non solo dal punto di vista dell'integrazione, ma anche per il monitoraggio molto stretto sulle spese – spiega Elisa Gondolo, presidente della Cooperativa Momo -. È difficile fare business in quanto i controlli sono molto serrati. Oltre all'affidabilità il Sistema è molto apprezzato dai Comuni perché possono essere parte attiva del progetto, senza intermediari”. Al momento il limite è dato dal fatto che lo SPRAR, basato su un percorso di formazione volto ad accelerare il processo di integrazione, è diventato un progetto 'd'élite', in quanto lascia fuori i richiedenti asilo. “L'accoglienza non può essere solamente di tipo materiale: noi siamo cooperative non alberghi, senza le attività viene meno la nostra funzione educativa e sociale”. Amara la conclusione: “Il futuro è molto incerto”.
Samuele Mattio
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