Patentino per lo smartphone: "Dopo anni di sperimentazione servono progetti più più forti"
Se n'è parlato in Sesta commissione. Il progetto è stato istituito con legge regionale nel 2018 e nello scorso anno scolastico ha coinvolto 30 mila studentiNella lotta al cyberbullismo e alla dipendenza da internet serve maggior coordinamento tra i soggetti che si occupano dei progetti e una regia regionale con misure uniformi sul territorio. È quanto emerso ieri in sesta Commissione, presieduta da Paola Antonetto, dove si è svolta l’audizione dei soggetti coinvolti nel progetto "Patentino per lo smartphone" per gli studenti delle scuole medie: i rappresentanti dell’associazione Contorno Viola di Verbania, le Asl di Novara e di Cuneo, la Polizia postale, l’Ufficio scolastico regionale, e le scuole capofila di Novara e Torino.
Nel 2023-2024 la patente di smartphone, istituita con legge regionale nel 2018, ha coinvolto 30 mila studenti, 3.500 docenti e 4.000 genitori: il progetto rientra tra quelli di educazione alla cittadinanza digitale previsti dall’offerta formativa in Piemonte, ma ancora in forma sperimentale e non uniforme su tutto il territorio. Dall’audizione è emersa appunto la necessità di avere un patentino uguale per tutti.
Tra gli auditi sono intervenuti anche i rappresentanti degli studenti del Gruppo Noi dell’Istituto tecnico Omar di Novara, che attraverso la peer education (educazione tra pari) offrono supporto e ascolto ad altri studenti sui rischi dell’uso di internet e sulla dipendenza da connessione.
Domenico Rossi (Pd) ha parlato della necessità di potenziare l’intervento della Regione “perché dopo anni di sperimentazione servono progetti più strutturati e più forti e la Regione può avere un ruolo di coordinamento delle misure”.
Emanuela Verzella (Pd) ha sottolineato che, in ambito scolastico, “le risorse del Pnrr destinate alla formazione andrebbero indirizzate in modo da evitare ‘un ingorgo formativo’” e che tra le misure da potenziare c’è la psicologia scolastica.
c.s.
CUNEO Smartphone