Pedancola di Gesso, il Comune ancora in mezzo al guado. Ma c’è un progetto al vaglio della Regione
“Con i fondi dei comuni non si farà mai” ammette l’assessore Demichelis. Il “guado rigido” costa meno del ponte: “Ma ci vorrebbero gli escavatori dopo ogni piena”Non c’è una soluzione per il guado tra Cuneo e la Mellana e nessuna di quelle sul tavolo, ad oggi, cammina su gambe solide dal punto di vista sia tecnico che economico. La conferma arriva dall’assessore all’Ambiente Gianfranco Demichelis, in risposta all’ennesima interpellanza sul tema: “La volontà di realizzare una pedancola stabile ce l’abbiamo e continuiamo a cercare soluzioni concrete. Un’opera del genere non si potrà mai realizzare con i fondi dei comuni di Cuneo e Boves”.
Servono finanziamenti quindi, e parecchi. Perché il progetto per un ponte in legno lamellare, illustrato dall’architetto Giuseppe Buffon nel 2022, costerebbe almeno 4 milioni di euro: “Era stato già candidato per il bando rigenerazione urbana, ma non è stato finanziato” ricorda Demichelis. Le difficoltà tecniche, aggiunge, dipendono anzitutto dal fatto che il ponte deve attraversare un torrente, dal tracciato meno regolare rispetto a un fiume: la larghezza dell’alveo tra le due sponde si aggira intorno ai 360 metri. “Ci sono vincoli molto rigidi. - spiega ancora l’assessore - Occorre garantire, oltre alla generale compatibilità idraulica, più di 1,5 metri di altezza sopra il livello della piena. Ci vorrebbero pile nell’alveo, ogni 40 metri, che dovrebbero essere similari a quelle della Est Ovest”.
Di alternative si è quindi ricominciato a parlare, anche su esortazione del Comitato per la pedancola presieduto da Guido Olivero. Una è già sul tavolo, al vaglio dell’assessore regionale Marco Gabusi: lo rende noto il capogruppo di Centro per Cuneo Vincenzo Pellegrino, affermando che da parte di Gabusi c’è piena disponibilità ma la sua segreteria non ha ancora fornito riscontri. L’idea progettuale, suggerita dall’ingegner Selleri, è un guado “sommergibile” dove l’acqua potrebbe passare anche in caso di piena senza recare danni: “Sono strutture già presenti nel nord del Piemonte” assicura Pellegrino. Questa soluzione definita “più attuale e realistica” avrebbe inoltre il vantaggio di costare molto meno, un quinto o un sesto rispetto al ponte secondo l’esponente centrista della maggioranza.
Demichelis avverte che gli ostacoli non mancano neanche qui: servirebbe un guado rigido sul fondo del torrente, ma va tenuto conto che la ghiaia si muove durante le piene. “Una traversa in calcestruzzo comporterebbe lo spostamento di tre metri verso valle ad ogni piena, mentre a monte si svilupperebbe un accumulo di ghiaia impossibilitata a transitare” spiega l’assessore: “Dovremmo irrigidire il guado per l’intera lunghezza di 400 metri e dopo ogni piena bisognerebbe andare con gli escavatori a raschiare”.
Il dibattito tra i consiglieri mostra comunque una certa apertura di credito rispetto a questa opzione. Franco Civallero (Forza Italia) è favorevole alla creazione di “un guado definitivo che possa garantire le portate di deflusso, agevolare il passaggio dei detriti legnosi, con la creazione eventuale di parti di guado ‘fusibili’ che possano danneggiarsi in modo programmato e di facile ripristino”. La consigliera del Partito Democratico Santina Isoardi invita a tenere presente il suggerimento e ricorda: “La pedancola della Mellana rappresenta per noi cuneesi un pezzo della nostra storia, fondamentale per il collegamento tra il santuario degli Angeli e la frazione Mellana. Ricostruirla significherebbe anche restituire alla comunità un simbolo di identità e appartenenza e offrire un’opportunità in più per attirare turisti e visitatori”.
Dall’opposizione si levano altre due voci, una favorevole e una dubbiosa rispetto alla possibilità di trovare un’alternativa al progetto di Buffon. “Forse c’è un po’ di inerzia, di incapacità e scarsa voglia di andare a vedere le buone pratiche: non penso che in tutta Italia non ci sia già una soluzione definitiva paragonabile alla situazione del Gesso” commenta Paolo Armellini (Indipendenti), menzionando il fatto che i due comuni stanziano comunque 18mila euro all’anno per i lavori di ripristino (Cuneo ne copre 12mila). Più critica è Luciana Toselli (Cuneo per i Beni Comuni): “È impossibile progettare il guado di cui parlava Vincenzo Pellegrino, perché sappiamo che la manutenzione dei fiumi e dei torrenti non viene fatta. La passerella dev’essere fatta con determinati criteri, proprio perché si trova in un parco. Non dobbiamo essere noi a scendere nei particolari, ma trovare i finanziamenti: sarebbe una vera rigenerazione della città”.
Sul capitolo fondi, Demichelis apre a qualunque suggerimento e lancia a sua volta un appello: “Chiedo a tutti i componenti della minoranza di darmi una mano. Potrebbe essere un bando regionale o ministeriale a darci le risorse, fatevi tramite verso gli organi politici superiori”.
Andrea Cascioli
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