"Per il Piemonte lo stop ad AstraZeneca comporta il dimezzamento della capacità di vaccinare"
L'intervento del presidente della Regione Alberto Cirio su Radio 24: "Guardiamo a giovedì. La gente ha fiducia nei vaccini, ma serve chiarezza"“Per la nostra Regione la sospensione di AstraZeneca comporta il dimezzamento della capacità di vaccinare: dei 17 mila vaccini che avevamo programmato di fare oggi, per esempio, potremo farne soltanto 7-8 mila, usando le scorte di Pfizer e Moderna. Penso che questa sia una situazione analoga a tutte le Regioni”. Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio stamattina, martedì 16 marzo, intervistato su Radio 24 a proposito del temporaneo stop imposto dall’Aifa al vaccino anti Covid prodotto da Astra Zeneca dopo i decessi di alcuni pazienti che avevano ricevuto la dose nei giorni precedenti (la correlazione tra la vaccinazione e la successiva morte, in ogni caso, al momento non è stata dimostrata).
L’Agenzia Europea per i Medicinali, nella sua conferenza stampa di oggi pomeriggio, ha spiegato che i risultati degli approfondimenti disposti, a cui si guarda per un’eventuale ripartenza delle vaccinazioni con AZ, saranno resi noti giovedì: “Guardiamo con attenzione a quel giorno, - ha detto Cirio - quando Ema dirà a tutta Europa se questo vaccino si può usare. Si tratta di un farmaco nato sotto una luce offuscata: prima era indicato per gli under 55, poi fino ai 65 anni, successivamente ci hanno detto che poteva essere somministrato a tutti. Così diventa complicato infondere fiducia e credibilità. Aspettiamo quindi che Ema si pronunci”.
Per l’ex europarlamentare albese la parola d’ordine per le autorità sanitarie deve essere “trasparenza”: “Serve chiarezza: ieri in Piemonte abbiamo avuto quasi 70 mila adesioni alle vaccinazioni per la fascia 70-79 anni, quindi la gente si fida ancora del vaccino, ma non bisogna esagerare”.
Infine, un commento sul nuovo Governo Draghi e sul “cambio di passo” auspicato rispetto all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte: “Ora c’è un dialogo, c’è la possibilità di essere ascoltati, prima c’erano solo delle comunicazioni, venivamo messi al corrente dei Dpcm quando in molti casi li avevamo già letti sugli organi di stampa”.
a.d.
CUNEO Vaccino - coronavirus