Piazza Europa, le opposizioni processano il questionario: “Mille voti? Per i cedri abbiamo novemila firme”
Applausi dal pubblico, polemiche e due sospensioni nella seduta consiliare straordinaria. La sindaca: “Chiedo un atto di generosità per i giovani”Complice la scelta un po’ furbesca di pubblicare i risultati del questionario su piazza Europa a un’ora esatta dalla seduta straordinaria di martedì, alla fine è stato proprio il famoso questionario a occupare gran parte del dibattito tra i consiglieri cuneesi. Più che mai divisi, ma si sapeva, in due fazioni: i “pro riqualificazione”, tutti nella maggioranza, e i “pro cedri”, tutti nella minoranza. Questi ultimi in realtà rivendicano a loro volta di essere favorevoli a rifare il volto della piazza, però con i suoi alberi. Opzione che i progettisti non contemplano perché - spiegano dalla maggioranza - anche solo rimuovere la pavimentazione attuale indebolirebbe le radici dei cedri dell’Atlante, mettendoli a rischio caduta.
Il questionario “taroccato”: “Ho votato quattro volte”
Non se ne esce, insomma. Tanto più se gli strumenti di consultazione degli uni e degli altri sono contestati dalla parte opposta: la maggioranza dice che le firme raccolte per salvare i cedri - novemila - non sono attendibili. Le opposizioni rispondono che a maggior ragione non lo è il questionario: stando ai numeri ufficiali hanno risposto 1.157 persone ma il computo è, come dire, discutibile. “Io stesso sono riuscito a farlo per quattro volte” confessa il consigliere di Cuneo Mia Claudio Bongiovanni, presentando l’ordine del giorno pro cedri: “Ho subito avvisato l’amministrazione di questa mancanza, in modo propositivo” precisa l’ex portavoce dell’associazione Di piazza in piazza, che non ci sta a passare per “imbroglione”.
“La storia della riqualificazione di piazza Europa è degna di una soap opera” dice, riepilogandone i passaggi dalla gara d’appalto deserta per la costruzione del parcheggio all’asta-flop per la vendita dei box auto. Poi la nuova fase: “Niente buco, ma riqualificazione. Cambia il fine ma non il metodo, per volontà di un’amministrazione che pensa alla città come cosa propria e non come bene comune”. Le “carte false” sarebbero quelle in cui “si comunica a Roma che i cedri di piazza Europa non esistono, perché sul piano regolatore sono individuati come ‘arredo urbano’, alla stregua di un palo della luce”. Tuttavia, aggiunge Bongiovanni, “scopriamo che per il piano regolatore piazza Europa non solo non è periferia, ma è centro storico”, ovvero l’opposto di quel che il governo, a suo tempo, avrebbe voluto finanziare con i soldi del bando Periferie: “Li avete fregati bene fin dall’inizio”. “Solo a Cuneo sappiamo fino in fondo dell’ostinazione insensata e persecutoria che avete sviluppato attorno a quella piazza” tuona l’esponente di Cuneo Mia, puntando il dito anche contro l’intervento collegato sul parcheggio Campidoglio “che risulta senza progetto e copertura finanziaria certa”.
Sul questionario “taroccato” rincara la dose Luciana Toselli: quanto è costato? Chiede l’ex candidata sindaco di Cuneo per i Beni Comuni. In ogni caso, dice, “è contrario alla normativa vigente: abbiamo un regolamento di partecipazione, bisognava far passare il questionario in Consiglio”. Sempre dai banchi della sinistra civica Ugo Sturlese tira le somme: “La giunta ha messo in discussione il nostro modo di raccogliere le firme. Facciamo presente che noi abbiamo raccolto novemila firme, contro mille che hanno risposto a un questionario improprio”. Più grave, secondo il decano dell’opposizione benecomunista, “è l’interlocuzione che non c’è stata tra il Comune e il governo: il Comune ha presentato una documentazione non corretta, ancora più grave è la decisione della presidenza del Consiglio”. La battaglia, ora, potrebbe cambiare fronte: “Intenteremo una causa civile e il Comune non se la caverà con questo dibattito: andremo avanti nelle sedi legali e credo la spunteremo, come l’hanno spuntata i cittadini di Torino e di Piacenza”.
Giancarlo Boselli (Indipendenti) va giù durissimo contro la sindaca: “La vicenda del questionario è patetica e dimostra che lei è priva di dignità politica. Bisogna essere disperati per avere il coraggio di presentare il questionario, con un comunicato stampa, a un’ora dal Consiglio”. Replicando al collega centrista Grosso, che aveva parlato dell’esigenza di parcheggi per gli esercenti, l’ex vicesindaco aggiunge: “I commercianti, gli artigiani, gli albergatori, i ristoratori di quell’area della città non sono lì ad aspettare come fosse un regalo il vostro misero progetto, vogliono una rigenerazione dei quartieri e il recupero di fabbricati comunali, a partire dalla stazione che è una vergogna”. Se la gioca sull’ironia Beppe Lauria (Indipendenza!): “Credo sia opportuno ragionare di numeri: le risposte al questionario non sono 1.157, perché il collega Bongiovanni ha votato quattro volte”. In merito alla salute dei cedri il portabandiera della destra sociale ricorda l’esistenza di “una perizia asseverata che fa fede anche rispetto all’eventualità di una causa legale”. Poi replica a chi, dalla maggioranza, parla di una piazza brutta e poco vissuta: “La piazza non piace perché è abbandonata: non da chi non la vuole frequentare, ma da chi non la gestisce e non fa manutenzione”.
“È chiaro che i dieci cedri di piazza Europa non risolvono i problemi del mondo, - aggiunge l’altro “boselliano”, Paolo Armellini - ma diventano una sorta di icona, un simbolo di come si può e si deve concepire una nuova politica urbanistica cittadina”. Franco Civallero (Forza Italia) chiama in causa la dirigente comunale Anna Bertola, autrice della risposta al governo: “La lettera mandata al consiglio dei ministri è piena di inesattezze: chi l’ha scritta non ha colpe, ma chi l’ha consigliata dovrebbe vergognarsi”. Da Mavy Civallero (SiAmo Cuneo) arriva un monito: “Questa sera voterete contro l’ordine del giorno e vincerete di nuovo. Ma per noi è una sconfitta, perché state continuando ad andare nella direzione opposta rispetto a quello che chiedono i cittadini”.
La maggioranza: “I cedri non sono l’unico criterio per dire sì o no”
A raccogliere il guanto di sfida delle opposizioni è per primo Ettore Grosso, a nome di Centro per Cuneo. Accusando i colleghi di minoranza di non tener conto “di una visione più ampia e moderna della rigenerazione urbana”, ma anche delle esigenze di esercenti e professionisti “penalizzati dalla mancata realizzazione del parcheggio sotterraneo. Opera che sarebbe stata fondamentale per la vita di molte attività, data la scarsità di posti auto in questa zona”. La questione del parcheggio sotterraneo, insomma, resta il grande rimpianto dei centristi. Nessun dubbio, però, sulla riqualificazione, anche senza box auto: “Il piano attuale per piazza Europa è un progetto di rigenerazione urbana votato a maggioranza dai cittadini alle ultime elezioni: questo dimostra chiaramente il supporto della comunità. La proposta di concentrare la discussione sui cedri rischia di limitare la portata di questo progetto per obiettivi politici o personali, ma non sicuramente per il bene della nostra città. I cedri, pur essendo un simbolo, non possono essere l’unico criterio su cui fondare o bocciare il processo”.
A “pungere” le opposizioni è anche il capogruppo di Cuneo Civica Luca Paschiero, mettendo sul tavolo un’altra questione cara alla sinistra civica e cioè il mantenimento del Santa Croce: “Quante persone arrivano in macchina in ospedale? Siete contrari alle auto, però l’ospedale va bene tenerlo in città”. Un “bosco urbano” in piazza Europa non è praticabile, spiega: sarebbe “un posto cupo, buio”, e “dove viene richiesta luce e apertura” ci sarebbe invece un luogo suscettibile di “portare qualche azione malavitosa, come quelle che abbiamo sentito lamentare per innumerevoli consigli”. “Il cambiamento - aggiunge - fa sempre paura, lo abbiamo visto nel centro storico: però è stimolante e soprattutto rilancia le aree. Questo lo abbiamo già visto e non possiamo negarlo”.
Per due volte, nel corso della serata, il presidente del Consiglio Marco Vernetti è costretto a sospendere la seduta. Una prima volta mentre Sara Manassero (Partito Democratico) dice di essersi sentita minacciata e Boselli la interrompe: “Faccia i nomi”. La seconda, per le intemperanze del folto pubblico - assiepato in aula e anche nel salone d’onore del municipio - con cui battibecca Maria Laura Risso (Centro per Cuneo). Polemiche a parte, per Manassero resta un dato di fondo: “Questa piazza non è concepita come un luogo per socializzare ed è un peccato: dovrebbe essere interesse di tutti. Nel raggio di quasi cinquecento metri sono situate quasi tutte le scuole superiori di Cuneo: mi sembra strano che quando i ragazzi escono, lo spaccato sia uguale a quello che si può osservare di mattina e di pomeriggio”. Risso respinge le critiche sulla scarsa manutenzione: “In realtà una parte luminosa di quella piazza sono i fiori, curati dal Comune: la piazza però è fatiscente. Quella vasca è da togliere e se si toglie la vasca va tolta tutta la pavimentazione: le radici degli alberi non sono più quelle di prima”.
La sindaca Patrizia Manassero parla per ultima, cercando, se non di mettere pace, perlomeno di tirare le somme: “La periferia è là dove ci sono criticità sociali ed economiche, anche nel centro. L’obiettivo non è spendere i 3 milioni della presidenza del Consiglio: l’obiettivo è investire in una città che guardi a una generazione che ancora non c’è o è appena nata e che tra venti o trent’anni vivrà quel luogo”. Per questo, dice, “chiediamo un atto di generosità nei confronti dei giovani che quella città dovranno vivere”. “Non mi troverete nell’arena a dileggiare chi ha un pensiero diverso dal mio” assicura la prima cittadina, ma “la città non la pensa tutta in un modo e c’è anche chi ha voglia di vedere quella piazza riqualificata”.
Quanto all’ipotesi di altri pareri sui cedri, oltre a quello offerto da Ettore Zauli e al “controparere” di Alberto Guzzi, la risposta è che non sarebbe utile: “Possiamo mettere in questa sala due agronomi che fanno un duello e vedere chi vince. Nelle università ci sono teorie più conservative e teorie più rigenerative. Ma c’è un punto su cui dobbiamo fare pace: non abbiamo mai detto che la motivazione della rigenerazione fosse la salute degli alberi”.
Andrea Cascioli
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