Psr, Coldiretti: ''Rischio beffa per mille aziende zootecniche cuneesi''
Potrebbero essere escluse dagli aiuti previsti dalla Misura 21 a causa delle modifiche al bando decise dall’assessorato regionale all’agricoltura"Non è giustificabile che 1.000 aziende zootecniche cuneesi, benché soddisfino le condizioni iniziali del bando del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, rischino di restare escluse dai sostegni previsti a causa della gestione messa in atto dall’Assessorato regionale all’agricoltura". La denuncia arriva da Coldiretti e riguarda gli allevatori di bovini da carne che hanno presentato domanda in attuazione della Misura 21 “Sostegno alle aziende agricole che allevano bovini da carne, alle aziende floricole e florovivaistiche e alle aziende apistiche”.
Si tratta di un intervento riconducibile al Regolamento UE n. 872 dello scorso giugno, con il quale è stata data la possibilità alle Regioni di attivare un sostegno straordinario e temporaneo alle imprese agricole operanti nei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi determinata dal Covid. Una crisi che – ricorda Coldiretti Cuneo – ha investito un comparto cruciale per l’economia della Provincia di Cuneo con 3.000 aziende che allevano 330.000 bovini, di cui 220.000 di razza Piemontese, prima razza autoctona nazionale e fiore all’occhiello della produzione locale.
“La zootecnia da carne – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – sta già scontando le maggiori criticità dovute alla pandemia con la chiusura del canale Ho.Re.Ca., dove la maggior parte dei tagli pregiati della nostra carne trovava sbocco. La Misura 21, seppur non risolutiva, dovrebbe essere un sostegno ed un aiuto concreto, ma con le modifiche al bando attuate in corsa dall’Assessorato molte imprese, rispettose dei requisiti di ammissibilità inizialmente previsti, rischiano di essere escluse, risultando non ammissibili a causa dell’adozione di una procedura non corretta”.
Dunque, dichiara il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu, “è urgente che venga data la giusta importanza ad un comparto che genera nella Granda un fatturato di oltre 500 milioni di euro e che vengano riviste le disposizioni per evitare, oltre al danno, la beffa”.
c.s.
CUNEO Coldiretti