'Regolarizzare i migranti presenti sul territorio per il loro impiego in agricoltura'
L'appello di 'Minerali Clandestini', rete cuneese che raccoglie più di 50 associazioni, movimenti e cooperativeRiceviamo e pubblichiamo l'appello di Minerali Clandestini, rete cuneese che raccoglie più di 50 associazioni, movimenti, cooperative, gruppi politici, uffici di pastorale sociale e del lavoro, rivolto al Prefetto di Cuneo, ai presidenti della Regione Piemonte e della Provincia di Cuneo, a Coldiretti, a Confagricoltura, a Cia Cuneo, Cgil, Cisl e Uil Cuneo.
Minerali Clandestini è una rete locale che raccoglie più di 50 associazioni, movimenti, cooperative, gruppi politici, uffici di pastorale sociale e del lavoro e singoli cittadini, e trae ispirazione dagli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana e dall'articolo 13 della Dichiarazione Universale dei diritti umani. Affermiamo che ogni persona è un valore unico e inalienabile e ci impegniamo per lottare contro ogni marginalità ed esclusione tutelando le fragilità, le diversità e dignità tentando in ogni modo di promuovere solidarietà e fiducia con metodi e azioni non violente. Da ormai un mese leggiamo ripetute segnalazioni del mondo agricolo nazionale e locale secondo cui mancano almeno 250.000 lavoratori nel settore, 10.000 nella sola Provincia di Cuneo. La stessa Ministra dell’Agricoltura on. Bellanova sta conducendo degli accordi con le Nazioni dell’Est Europa volti ad agevolare l’arrivo di lavoratori agricoli.
Come Minerali Clandestini ricordiamo che abbiamo migliaia di migranti sul territorio nazionale senza occupazione; riteniamo che queste persone siano una ottima risorsa previa regolarizzazione e stipula di contratti e fornitura di un ricovero adeguato, sia per motivi di maggior ordine sociale, sia per maggiori garanzie sanitarie. Questo momento ci dà l’opportunità per contribuire a risolvere, almeno per quest’anno, i problemi contingenti dell’economia agricola (si sono completate le operazioni di potatura invernale e tra breve iniziano le raccolte di ortaggi, fragola e frutta, senza trascurare tutte le operazioni necessarie negli allevamenti), di dare opportunità economiche a chi è già nel nostro territorio, con la possibilità di ridurre il disagio e la precarietà economica e sociale.
La ministra stessa conosce il problema, essendosi occupata del bracciantato agricolo in Meridione; questo è il momento per regolarizzare e dare una dignità anche a chi è meno fortunato. Ovviamente questa proposta non si oppone, ma anzi si integra con quelle volte ad impegnare in agricoltura altre categorie sociali, magari in disagio economico, come alcuni studenti ed i disoccupati.
Associazioni (come ad esempio Caritas, ACLI), cooperative sociali (Rifugiati in Rete) e anche startup del territorio (come Humus Job) hanno il polso della situazione sul territorio e possono collaborare nell’affrontare positivamente questa emergenza nell’emergenza. Ci rivolgiamo quindi al Signor Prefetto perché rappresenti al Governo la necessità di una pronta regolarizzazione per i migranti presenti sul territorio nazionale volta al loro impiego in agricoltura. Ci rivolgiamo al Presidente della Regione Piemonte perché voglia dare impulso e rifinanziare immediatamente la legge regionale 12/2016 "Disposizioni per la sistemazione temporanea dei salariati agricoli stagionali nelle aziende agricole piemontesi. Modifica della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)".
Ci rivolgiamo al Presidente della Provincia di Cuneo affinché si faccia promotore di ogni iniziativa presso il Parlamento e presso il Governo perché la regolarizzazione auspicata proceda quanto prima, anche in considerazione dell’imminente riapertura a pieno regime delle attività economiche e dell’imminente piena stagione produttiva agricola e che provveda a sollecitare i Sindaci dei Comuni della Provincia, estremamente interessati alle attività agricole, perché organizzino l’accoglienza sul territorio della manodopera, anche utilizzando le opportunità offerte dalla succitata legge regionale 12 del 13/6/2016.
La Rete di Minerali Clandestini Cuneo
Redazione
CUNEO coronavirus