Restrizioni anti-Covid, allarme per l’aumento di suicidi, ludopatie e dipendenze da social
In regione i gesti anticonservativi sono già da anni la prima causa di morte non naturale, pari al 21% dei decessi violenti. Aumentano anche i disagi adolescenzialiCi sono l’aumento dei suicidi, l’incremento di ludopatie e fenomeni di dipendenza acuta da smartphone e social media e il pericolo di diffusione delle sette tra i rischi associati al persistere delle restrizioni legate all’emergenza Covid-19.
A sostenerlo è uno studioso del settore, il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra, in un’intervista con l’Ansa: “In molti chiedono un cambio di passo nella gestione della pandemia. È a rischio la tenuta mentale della popolazione, Nonostante i numerosi appelli provenienti da più fronti e rimasti inascoltati, tra cui quelli dell'Ordine degli Psicologi, il prezzo più alto lo pagano i soggetti più fragili fra cui i giovani con il fallimento pedagogico della Dad. L'emergenza in corso rischia di mutare disagi come ansia, depressione e maggiore irritabilità in disturbi più complessi e cronicizzati”.
Scandurra cita uno studio dell'Associazione Italiana di Epidemiologia, secondo cui “i suicidi sono divenuti la prima causa di morte non naturale in regione, pari al 21% di tutti i decessi originati da causa violenta. Anche il sito della Regione Piemonte rileva nel 2020 un incremento del disagio adolescenziale in termini di aumento dei passaggi in Pronto Soccorso e tentativi di suicidio”.
Il saggio dal titolo La mortalità per suicidio in Piemonte: spunti epidemiologici per la prevenzione, pubblicato lo scorso settembre sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione, illustra i risultati di uno studio descrittivo della mortalità per suicidio in Piemonte nel periodo 2003-2014, quindi molto prima dell’inizio della pandemia. L’aumento dei disagi di natura psicologica è tuttavia documentato anche per l’anno appena concluso: nel convegno internazionale sulle tematiche legate al suicidio, organizzato dall’università La Sapienza di Roma in occasione dell’ultima giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, si indicavano sull’intero territorio nazionale tra marzo e settembre 72 suicidi (e 37 tentati suicidi) correlati al Covid-19.
Un numero che si somma ai circa 4mila suicidi registrati ogni anno in Italia, circa un decimo dei quali secondo l’Istat avviene in Piemonte. Tra le grandi regioni, il Piemonte è quella con i più alti tassi di mortalità sebbene il nostro Paese rientri tra quelli a basso rischio a livello europeo. Da rilevare il fatto che la mortalità dovuta a gesti anticonservativi sta acquistando rilevanza perché costante rispetto alle altre categorie di morte traumatica, alcune delle quali - per esempio gli incidenti d’auto - sono invece in calo da anni.
Redazione
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