Rilanciare la vita in montagna, la proposta di Bongioanni: “Serve una fiscalità agevolata”
Il capogruppo di Fratelli d’italia in Regione: “Le Zone Economiche Speciali vanno allargate alle zone montuose, ad alta marginalità e con disoccupazione elevata”Ripensare la fiscalità per chi vive e lavora in montagna, per favorire il ripopolamento e la cura dello stesso territorio montano. È questa la proposta di Paolo Bongioanni, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.
L’obiettivo è evitare uno spopolamento della montagna che appare ormai irreversibile. “Parlare di fiscalità nelle zone montane è un argomento obbligato, perché chi lavora e fa impresa in montagna, ha difficoltà enormi e spese più alte rispetto a chi lo fa in città e in pianura” spiega il consigliere regionale: “Tra carenza di infrastrutture, spese maggiori per il carburante e un clima più rigido, chi vive la montagna deve fare anche i conti con una rete internet inadeguata e difficoltà ad approvvigionare materie prime o a trovare del personale”.
“Lo spopolamento fa sia che ci siano sempre meno imprese in montagna. Il problema è anche di chi vive in pianura: si rischia una manutenzione minore del territorio montano, un maggior rischio idrogeologico e alluvionale, l’abbandono e la minor cura dei borghi che perdono attrattività. L’unica via d’uscita è affrontare il tema della fiscalità agevolata” sentenzia Bongioanni.
La volontà è quindi di avviare una serie di disposizioni tributarie che possano fornire incentivi a particolari aree geografiche, settori sociali o settori di sviluppo di impresa. Ma come? A delineare le opzioni è lo stesso capogruppo di Fdi: “Il Piemonte non può intervenire in maniera fissa e stabile sui tributi, ma solo con piccole misure temporanee; abbiamo una fiscalità e sovranità limitata. Per avere una fiscalità agevolata serve una riforma del federalismo fiscale, che consenta alle Regioni una maggior autonomia su aliquote e tributi, come già accade nelle Regioni a statuto speciale”.
“L’alternativa - prosegue Bongioanni - è lavorare sulle ZES, le zone economiche speciali che furono introdotte nel 2017 e che andrebbero allargate ai territori di montagna con alta marginalità e a rischio di disoccupazione elevata. Le ZES erano state pensate per rilanciare le zone del Meridione, con la condizione che all’interno vi fosse una zona portuale: la legge potrebbe essere modificata cercando di includere le zone ad alta marginalità, prevedendo che queste imprese operanti o di nuovo insediamento possano beneficiare di agevolazioni fiscali in zone delimitate”.
“Lascia interdetti che queste ZES siano prerogativa di zone marittime e basta: non si tiene in considerazione che il territorio montano è enorme in Italia, visto che il Paese è attraversato da Sud a Nord dall’Appennino ed è circondato dalla corona delle Alpi” attacca Bongioanni.
Tra le idee del consigliere regionale di Fratelli d’Italia quella dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’IRPEF, ridotta al 50%, ma anche di un taglio del 50% sull’IRES, oltre a una serie di riduzione dei contributi locali e regionali.
Ma le proposte non sono finite qui: “Si può creare, a livello regionale, un fondo di fiscalità agevolata per le regioni montane marginali”. Il pericolo, in questo caso, è quello di avere pochi margini di manovra a causa di un bilancio non roseo. “Quando Giorgia Meloni si sarà insediata al Governo, tramite i referenti piemontesi di FDI, chiederò la creazione di un fondo per la fiscalità agevolata dedicato alle zone ad alta marginalità in montagna, da distribuire in modo proporzionale alle regioni: il territorio piemontese potrebbe farla da padrone, vista l’importante distribuzione di montagna, e di concedere più autonomia fiscale alle regioni a statuto ordinario, per interventi in zone svantaggiate, nel rispetto di chi vive e lavora in montagna” conclude Bongioanni.
c.s.
CUNEO Paolo Bongioanni