Rinnovabili, sette Comuni cuneesi tra i più virtuosi in Italia: il report di Legambiente
L'edizione 2023 del rapporto "Comuni Rinnovabili" menziona Gottasecca, Canosio, Ceva, Castelmagno, Argentera, Marmora e Bellino. L'associazione denuncia il ritardo dell'Italia nella transizione energeticaSono sette i Comuni della provincia di Cuneo meritevoli di menzione nell’edizione 2023 del rapporto “Comuni Rinnovabili” pubblicato da Legambiente, giunto alla sua diciassettesima edizione.
Canosio figura nella top ten per potenza installata da fonti rinnovabili nel 2022 con 283,38 Kw/abitante. Gottasecca è invece tra i primi dieci Comuni per potenza installata derivante da solare fotovoltaico con 18,73 Kw/abitante. Tra i Comuni cuneesi in top ten per quanto riguarda il mini idroelettrico Ceva (1400 Kw installati nel 2022), Marmora (100,83 Kw/abitante), Castelmagno (55,6 Kw/abitante), Bellino (43,2 Kw/abitante) e Argentera (26,14 Kw/abitante).
Nel suo rapporto, Legambiente denuncia il “blocco delle fonti rinnovabili”: “Appena 3,4 GW di nuovo installato per il 2022, che rappresentano sicuramente un passo avanti rispetto agli anni passati, ma ben lontani dalla media annuale che dovremmo tenere per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Eppure, le continue tragedie nei nostri territori, l’ultima mentre scriviamo quella in Emilia Romagna, il caro bollette, i problemi sociali che il nostro Paese sta affrontando dovrebbero imporre un cambio di passo visibile ad occhio nudo”.
Nuove installazioni che - secondo quanto si legge nella relazione - “non sono state sufficienti a coprire le mancate produzioni degli impianti man mano meno produttivi, figuriamoci il brusco calo fatto registrare dall’idroelettrico, meno 37,7%, portando i livelli di copertura da fonti rinnovabili, rispetto ai consumi elettrici complessivi, al 31%. Ovvero ai livelli del 2012. Prendendo la media delle installazioni degli ultimi tre anni, nel 2030 riusciremo a raggiungere solo il 25% degli obiettivi climatici in tema di sviluppo delle fonti rinnovabili, raggiungendo l’obiettivo di 85 GW di nuova capacità non prima di 40 anni. Un tempo infinito per rispondere alla crisi climatica e a quella sociale”.
Sconfortante, secondo i dati presentati da Legambiente, il confronto con gli altri Paesi europei. Tra il 2019 e il 2021 nell’eurozona si è registrato un aumento medio del 13,9% della potenza generata da fonti rinnovabili: l’Italia, con un incremento del 5,6%, è solo ventiduesima nella graduatoria guidata da Olanda, Polonia e Cipro.
In Italia sono 3.535 i Comuni che possono essere definiti, teoricamente, 100% Rinnovabili Elettrici. In questi territori, il contributo in termini di produzione elettrica delle diverse tecnologie rinnovabili installate nel territorio è superiore all’energia elettrica consumata dalle famiglie residenti. “Un aumento complessivo di soli 42 comuni rispetto al 2020, ma un dato decisamente inferiore a quello del triennio 2017-2019 in cui la crescita era stata di ben 240 Comuni”, scrive Legambiente. I Comuni 100% Rinnovabili, ovvero quelli in cui l’energia termica ed elettrica prodotta dalle diverse tecnologie pulite supera i consumi energetici delle famiglie residenti, rimangono fermi a 40, come nella scorsa edizione del rapporto: “Un elemento che ancora una volta sottolinea il grave ritardo del nostro Paese, anche rispetto al settore termico, e che, come ricordiamo spesso, è quello che maggiormente incide nei bilanci energetici delle famiglie”.
Nelle graduatorie regionali, il Piemonte si posiziona al terzo posto per Mw prodotti da fonti rinnovabili (5.182,80 all’anno), alle spalle di Lombardia e Puglia. La nostra regione è invece prima per quanto riguarda l’idroelettrico, con 18,5 Mw annui, e terza relativamente alle bionergie (2,6 Mw annui) dietro a Lombardia e Campania.
a.d.
CUNEO Legambiente