Sci, i gestori degli impianti cuneesi: ‘‘Aspettiamo indicazioni, il sistema neve pronto ad aprire in sicurezza’’
Cuneo Neve, il marchio che riunisce il settore, calcola oltre 400 operatori e un indotto di 4mila persone coinvolto: “A rischio c’è la tenuta dell’economia di montagna”Cuneo Neve prende posizione sulla questione che in queste ore sta catalizzando l’attenzione sul sistema neve. Il dibattito sull’apertura o meno delle piste da sci durante le vacanze di Natale. Dopo che la Conferenza delle Regioni ha approvato il protocollo sanitario per l’utilizzo degli impianti di risalita in sicurezza, il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, rimanda ad un prossimo Dpcm la possibilità di aprire la stagione sciistica.
A partire da questo week end in alcuni dei comprensori si è iniziato a produrre neve artificiale e gli operatori sono al lavoro per garantire l’applicazione di tutte le norme di sicurezza, “ma siamo consapevoli che la situazione è complicata - commenta Massimo Rulfi, vice presidente di Arpiet e presidente di Frabosa Ski -. Per questa ragione stiamo lavorando da mesi con gli enti pubblici e gli uffici preposti per arrivare ad una soluzione che possa salvaguardare la sicurezza in primo luogo e in seconda battuta anche gli interessi economici che le decisioni che si andranno a prendere toccheranno”.
Continua Rulfi: “Il Piemonte è strutturato in modo tale che per migliaia di famiglie esistono le famose ‘due fasi’ periodo con la neve e periodo senza la neve. Su questa suddivisione si basa la vita lavorativa di migliaia di persone che vedrebbero messa a rischio lo stesso mantenimento delle loro famiglie”.
Prosegue Gianluca Oliva consigliere Arpiet e Anef, oltre che amministratore delegato di Prato Nevoso Spa: “Il sistema neve crea un’economia pazzesca, dire no alla montagna non significa solo non aprire gli impianti da sci, ma dire no a tantissime famiglie, posti di lavoro, un indotto di interi territori, dagli alberghi, ai maestri di sci, ai negozi, noleggi, baite. Una perdita che sarebbe inestimabile”.
In Piemonte per ogni euro speso in skipass, l’economia regionale ha un ricavo indotto di circa 12/13 euro, che corrisponderebbe a poco meno di un miliardo. Cifra che, se dovesse venire a mancare, intaccherebbe in modo profondo il PIL del Piemonte. Conclude Roberto Gosso presidente di Cuneoneve e titolare di Entracque Ski: “Dobbiamo ancora risollevarci dalla chiusura in anticipo della passata stagione, alcune stazioni hanno subito anche i rovinosi danni dell’alluvione del mese di ottobre e stimiamo che procrastinare l’apertura dopo le vacanze di Natale comporterebbe una perdita del 50% rispetto alle passate stagioni: oltre ai 400 operatori, tra titolari, personale delle stazioni e maestri di sci, c’è da calcolare un indotto di circa 4000 mila persone che vive grazie all’industria della neve. A rischio è la tenuta stessa dell’economia di montagna”.
c.s.
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