Sciopero dei treni: ieri cancellazioni, malori, ritardi e persone ammassate nei vagoni. Lo stop prosegue oggi
“Si è superato il diritto allo sciopero, andando verso l’interruzione di pubblico servizio”, commenta Claudio Menegon, referente del gruppo pendolari Cuneo-TorinoOggi è il secondo giorno di sciopero dei treni per chiedere maggiori sicurezze sul lavoro per i ferrovieri dopo l’incidente ferroviario in Calabria, in cui un treno si è scontrato con un camion. I pendolari ormai sono quasi abituati agli scioperi che sembrano essere sempre più ricorrenti, ma ieri è stata una giornata particolarmente difficile. Come riporta il sito di Rete ferroviaria italiana, le proteste sindacali erano previste dalle ore 9.01 alle 16.59 di giovedì 30 novembre e dalle 21 di giovedì alle 21 di venerdì primo dicembre, cioè oggi. Ieri avrebbe dovuto esserci uno sciopero di otto ore indetto dalle organizzazioni sindacali Filt-CGIL, Fit Cisl, Uiltrasporti, UGL Ferrovieri, Orsa trasporti e Fast Confsal. In teoria, quindi, tra le 17 e le 20.59 i treni avrebbero dovuto circolare normalmente, al massimo con qualche ritardo, ma così non è stato.
La situazione alla stazione di Torino Porta Nuova ieri è stata definita da Claudio Menegon, referente del gruppo pendolari Cuneo-Torino, come un “delirio completo” perché, a quanto pare, “il personale ha continuato lo sciopero” anche dopo l’orario stabilito. A questo si somma la grandissima adesione allo sciopero di ieri che, secondo i principali sindacati, si è avvicinata al 100%. L’adesione elevata ha provocato, di conseguenza, la mancanza di materiale e del personale. Inoltre, c’è stata una comunicazione molto frammentata che ha portato a una situazione completamente caotica: treni assenti o con ritardi infiniti, persone ammassate in piedi nei vagoni, malori e interventi del personale sanitario. La condizione nelle altre stazioni non era migliore: freddo e attese durate ore, senza alcuna comunicazione.
“A un certo punto non si capiva più quale treno partisse o quali erano previsti – continua Menegon –. Mi sono imbarcato sul 17.50 ieri sera. All’inizio sembrava che ci fosse anche il 17.20, ma poi il ritardo del treno è aumentato gradualmente. È stata annunciata la partenza del 17.50, quindi la gente del treno prima si è riversata tutta su quello. C’era una calca allucinante. Agli altri binari qualcuno si è anche sentito male”. Alla fine, qualche treno è partito: con ritardi stratosferici e situazioni invivibili, ma è partito.
Chi era su quei treni ha descritto situazioni difficilmente sopportabili, a maggior ragione considerando che il biglietto, giustamente, si paga. Sul gruppo Facebook dei pendolari Cuneo-Torino circolano video e racconti che lasciano poco spazio all’immaginazione: vagoni caldissimi, treni mai partiti, gente che ha pagato cifre esorbitanti per taxi o che si è fatta andare a prendere in stazione, persone accalcate fino ai gradini che conducono alle porte, finestrini bloccati, una ragazza racconta di essere rimasta in piedi sei ore e di essersi sentita male a causa di un calo di pressione e del panico dovuto all’eccessivo affollamento negli spazi disponibili.
Scioperare è un diritto sacrosanto ma, “al di là della buona motivazione quello che non si capisce è come si faccia a mettere due scioperi consecutivi con sigle sindacali differenti, con la stessa motivazione e senza dare fasce di garanzia. I disagi, seppur limitati come lievi ritardi anche nelle fasce garantite, sono comprensibili. Ma non assicurare niente o avere una situazione come quella di ieri è inaccettabile. Manca una regolamentazione più precisa”. Lo sciopero continua nella giornata di oggi, anche se la situazione sembra sia più gestibile rispetto a ieri perché lo stop delle attività è di 24 ore e, quindi, dovrebbe prevedere la circolazione dei treni almeno nelle fasce garantite (dalle ore 6 alle ore 9 e dalle ore 18 alle ore 21). Oggi pare che, a parte il treno delle 6.44 da Cuneo verso Torino, gli altri treni nelle fasce garantite siano abbastanza regolari.
“Non ricordo due scioperi consecutivi come quelli di ieri e oggi, è una cosa anomala. - chiude Menegon - Invece, che si verificassero disagi molto pesanti era già successo. C’è un grave problema di mancanza di informazione e di comunicazione tempestiva, oltre che di fasce garantite. Tutto deve essere regolamentato decisamente meglio. Qui si è superato il diritto allo sciopero, andando verso l’interruzione di pubblico servizio”.
Micol Maccario
CUNEO Sciopero