Scuola, le Regioni chiedono un incontro urgente al ministro: ‘Da Azzolina silenzio assordante’
Tra le rivendicazioni c’è il reintegro immediato di 1080 docenti sui posti comuni. Permangono le criticità finanziarie per le spese di affitto e gli interventi urgenti“Nessuna risposta alle tante perplessità sollevate in questi mesi sulla gestione della scuola in tempo di Covid e, soprattutto, nessuna certezza sulle regole per la riapertura ormai prossima” denuncia la giunta Cirio, scagliandosi contro il governo dopo l’ufficializzazione del calendario scolastico regionale: “Di linee guida ufficiali per le modalità operative di rientro nemmeno l’ombra. Così come restano tutte le incognite riguardo ai numeri del personale scolastico e ai criteri che verranno utilizzati” aggiungono da piazza Castello.
Ma i malumori sono emersi, più o meno velatamente, anche durante l’ultima riunione della IX Commissione, dove diversi assessori regionali hanno espresso perplessità e preoccupazione sull’attuale gestione: al 14 settembre, giorno in cui è previsto il primo suono di campanella, manca poco più di un mese e mezzo. Le Regioni, quindi, non intendono restare a guardare. E hanno inviato una lettera al ministro per chiedere un momento di confronto: “Evidenziamo, in particolare, - scrivono - che, considerato che mancano ormai poche settimane all’inizio delle attività didattiche, non è più procrastinabile la necessità di avere garanzie di certezza riguardo a risorse, organico e tempistica”.
Le amministrazioni regionali chiedono innanzitutto il reintegro immediato dei 1.090 docenti sui posti comuni per riportare il contingente per il 2020-2021 ai livelli dell’attuale anno scolastico, insieme alla garanzia del mantenimento anche per il prossimo anno dell’attuale numero di autonomie scolastiche, eliminando in via temporanea l’automatismo del dimensionamento. Non mancano le criticità finanziarie, come la previsione di fondi apposti destinati a finanziare gli interventi (ad esempio spese per affitto di locali, tensostrutture e strutture modulari) che non possono essere sostenuti con il PON Scuola.
“Reputo inaccettabile l’atteggiamento del ministro Azzolina - afferma l’assessore regionale all’Istruzione del Piemonte, Elena Chiorino - che, con i suoi silenzi e il suo atteggiamento mostra poco rispetto per le Regioni, impegnate in un enorme sforzo per garantire la ripartenza della scuola, dopo la chiusura imposta dal coronavirus”.
Impossibile rispondere alle continue richieste dai territori, continua l’assessore, senza un’interlocuzione “seria e concreta” con il governo: “Il ministro deve finalmente sedersi a un tavolo con noi e concordare le regole per la riapertura, dalla sicurezza dei ragazzi, al tema dei docenti, fino ai trasporti. Non possiamo rischiare disguidi e ulteriori rinvii. Andare a scuola è un diritto che Azzolina ha il dovere di garantire a tutti i ragazzi, lavorando con le Regioni per creare le migliori condizioni possibili per assolvere al suo compito”.
Chiorino ringrazia tutti i dirigenti scolastici, i sindaci e gli assessori all’Istruzione del Piemonte che si stanno spendendo in prima persona in vista della prossima riapertura: “Sono ben consapevole che l’alibi dell’autonomia scolastica - proprio come accade ai sindaci con il pretesto dei poteri straordinari - ha rappresentato un espediente per riversare tutte le responsabilità su di loro. Mi rendo conto dello sforzo immane che stanno compiendo, accollandosi questo ulteriore carico che i ministro ha scaricato su di loro, senza peraltro offrire alcun supporto. Per questo li ringrazio ancora e riconfermo loro la mia assoluta vicinanza”.
c.s.
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