"Se si è deciso di smantellare il Servizio Sanitario Nazionale, la strada è quella giusta"
Chiara Rivetti, segretaria regionale di Anaao Assomed, commenta i dati della Corte dei Conti sulla spesa per i medici "gettonisti", più che raddoppiata nel 2022Riceviamo e pubblichiamo:
Nell’ultimo rapporto sui conti del Piemonte, la Corte dei Conti ha pubblicato un resoconto dei costi dell’esternalizzazione dei Servizi Sanitari medici tramite il ricorso ai medici di agenzie di somministrazione lavoro, le cosiddette cooperative. Gli oramai famosi medici a gettone sono colleghi di altre regioni, pensionati o neolaureati che forniscono prestazioni occasionali alle ASL per coprire i buchi di organico, data la grave carenza di specialisti ospedalieri, ed evitare che vengano chiusi i servizi. Da anni denunciamo questa pratica assolutamente deprecabile, sia dal punto di vista qualitativo che economico, che invece è andata aumentando, diffondendosi a gran parte degli ospedali e a molte specialità.
In Piemonte, dal 2020 al 2021 solo quattro aziende non hanno fatto ricorso ai medici a gettone: ASL TO3, AOU S. Luigi, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino e AO di Cuneo. Nella tabella consultabile scorrendo nelle immagini (oppure a questo link) sono riepilogati i reparti interessati dall’utilizzo dei medici a gettone e il relativo costo sostenuto dalle Aziende Sanitarie nel triennio 2020-2022.
I reparti con maggiore necessità di appoggiarsi alle coop sono il Pronto Soccorso, seguito dalla Pediatria, Ginecologia, Rianimazione e Radiologia. Ma a questi si aggiungono dati inediti e spia di una situazione sempre più grave. Se nel 2020 le specialità che dovevano esternalizzare erano 7, nel 2022 raddoppiano, salendo a 14. In particolare, dal 2022 compare la spesa di oltre un milione di euro per la Psichiatria, che negli anni prima non c’era e in un solo anno decuplica la spesa per la Neurologia, che arriva subito a oltre 600 mila euro. Oltre a questi, per riuscire a gestire i reparti, iniziano a doversi appoggiare a medici a gettone anche l’Oncologia, la Nefrologia e la Medicina Interna. La spesa per i reparti di medicina quadruplica in 2 anni, stessa cosa per l’ortopedia. La spesa totale per i medici a gettone aumenta dal 2021 al 2022 del 130%, ben più del doppio. Parallelamente, si riduce la spesa per il personale dirigente del ruolo sanitario: -15 milioni.
Da notare che la spesa per i medici a gettone è inserita in Bilancio sotto la voce “beni e servizi” e non sotto il capitolo “personale”, che invece ha dei vincoli di spesa ben precisi: non deve superare la spesa del 2004, ridotta dell’1,4%.
Quindi, negli ultimi anni in Piemonte si è speso meno per i medici dipendenti ed è aumentata la spesa per i gettonisti. Ma scegliere di sub-appaltare i servizi ad agenzie di somministrazione lavoro costa non solo in termini economici, ma anche di qualità del lavoro. Perché rovina l’ambiente di lavoro: il senso di equipe e la possibilità di formare un gruppo affiatato viene meno con le prestazioni occasionali di colleghi che oggi ci sono e domani non più. Perché i medici a gettone non conoscono l’organizzazione della struttura, le procedure, il software di gestione delle cartelle dei pazienti e l’azienda non ha alcun interesse ad investire nella loro formazione, essendo solo di passaggio. Perché gli ospedali delegano la valutazione delle competenze dei medici alle cooperative stesse: mentre i dipendenti devono avere la specialità e superare un concorso, ai medici delle coop spesso è solo richiesto di essere iscritti all’Ordine. Infine, demotiva il personale dipendente, che lavora gomito a gomito con colleghi che guadagno il doppio e hanno contemporaneamente molta più autonomia e flessibilità di orari. La presenza delle coop, in aggiunta ai carichi di lavoro insostenibili e alla scarsa valorizzazione delle professionalità, porta al fenomeno delle grandi dimissioni: in Piemonte quasi un medico al giorno decide di dimettersi volontariamente dal SSN. A questo si aggiunge il draconiano taglio delle pensioni della Legge Finanziaria, che porterà molti colleghi a decidere di anticipare la quiescenza a gennaio, per evitare le pesanti decurtazioni.
Insomma, se si è deciso di smantellare il Servizio Sanitario Nazionale, la strada è quella giusta.
Dr.ssa Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte
c.s.
CUNEO sanità