Sempre meno nascite anche nella Granda: in tutte le sette sorelle calo della natalità tra il 2014 e il 2021
L’inverno demografico continua anche nel Cuneese. Le principali città della provincia si collocano sotto la media nazionale per numero di nuovi nati ogni mille abitanti“Siamo un Paese di vecchi” è la frase che si sente ripetere ogni volta che si affronta il tema della natalità e del calo delle nascite. E i dati dimostrano che nel 2023 l’inverno demografico italiano iniziato ormai qualche anno fa non si è arrestato. Secondo i dati della fondazione Openpolis disponibili gratuitamente sul loro sito, in quindici anni si sono registrati quasi 200mila nuovi nati in meno. È un problema del presente, ma è una questione che riguarderà soprattutto il futuro prossimo perché venendo meno il ricambio generazionale sarà sempre più difficile sostenere le spese del sistema sociale, previdenziale e sanitario.
Guardando la curva dell’andamento delle nascite si individua facilmente un picco in corrispondenza del 2008, ma da quel momento la linea ha iniziato a scendere e ogni anno si registrano nuovi record negativi che alimentano una situazione sempre più grave. In media, in più di sei comuni su dieci il tasso di natalità è inferiore alla media nazionale. Tra il 2014 e il 2021, come riporta Openpolis, “il tasso di natalità è diminuito in oltre 5.600 comuni, ovvero il 71,6% del totale. Nel 61,6% dei comuni il tasso di natalità registrato nel 2021 è stato inferiore alla media nazionale dello stesso anno”. E i capoluoghi della Granda - oltre a una moltitudine di comuni più piccoli - rientrano in questo gruppo. A livello nazionale sono pochi quelli che fanno eccezione: Bolzano (dove quasi nove comuni su dieci superano la media italiana), Ragusa (l’83,3% dei comuni si trova sopra alla media) e nelle città metropolitane di Catania (81%) e Napoli (70,7%).
Sono principalmente due le ragioni alla base di questo fenomeno. In primo luogo, la popolazione femminile in età feconda (convenzionalmente collocata tra i 15-49 anni) si è ridotta, le donne in questa fascia d’età, infatti, sono meno numerose rispetto a un tempo. In secondo luogo, giocano un ruolo rilevante gli (scarsi e sporadici) investimenti a sostegno delle famiglie. Interventi volti a favorire la conciliazione della famiglia e del lavoro potrebbero rappresentare una spinta importante a favore della genitorialità, ma ancora oggi troppo spesso non sembrano essere un tema affrontato in modo strutturale. Fanno parte di questo gruppo i servizi dedicati all’infanzia (aumento dei nidi e degli asili), congedi parentali più lunghi e pienamente retribuiti (anche per i padri) e l’assegno per i figli.
La situazione nei capoluoghi
A livello nazionale Catania era il capoluogo con il tasso di natalità più alto secondo i dati più recenti riferiti al 2021 (8,6 nati ogni mille abitanti). Seguono poi Andria, Barletta e Palermo. In fondo alla classifica, invece, ci sono Ascoli Piceno (4,9), Oristano (4,9), Cagliari (4,5) e Nuoro (4). Analizzando la situazione dei comuni capoluogo piemontesi, al primo posto c’è Novara con un tasso di natalità pari a 7,2, seguita a breve distanza da Cuneo (7,1), Torino (6,6) e Asti (6,6). Nella seconda metà della classifica, invece, ci sono Vercelli (6,4), Alessandria (6,3), Verbania (6) e, all’ultimo posto, Biella (5,6). Tutti dati, quelli piemontesi, ben lontani dagli 8,6 nati per ogni mille abitanti di Catania.
I numeri del Cuneese
Nella provincia Granda sono ventisette i comuni in cui il tasso di natalità supera i dieci nati ogni mille abitanti. Guida la classifica Perlo (18,5), un paese di appena un centinaio di residenti situato vicino al confine con la regione Liguria. Seguono Cigliè (16,3) nei pressi di Niella Tanaro e Arguello (15,2) nella zona di Monforte d’Alba. Fanno poi parte del gruppo, tra gli altri, anche Pradleves, Tarantasca, Genola, Bernezzo, Trinità, Cervere, Gaiola e Melle. In fondo alla classifica ci sono paesi come Aisone, Argentera, Elva, Crissolo, Marmora, Macra, Rittana, Pietraporzio e Valloriate.
Guardando la situazione delle “sette sorelle”, oltre a Cuneo (7,1), i dati sono tutti inferiori alla media nazionale. Il tasso più elevato si registra a Bra (8,3), Fossano (8) e Mondovì (7,9), seguite da Saluzzo (7,6), Savigliano (7,2) e Alba (5,9). Dati non confortanti che peggiorano ulteriormente se si guarda l’andamento nel tempo. Infatti, tutte le “sette sorelle” hanno registrato un peggioramento se si confronta il dato del 2021 con quello del 2014. Segno che, se si vuole invertire la tendenza, servirà ben più di qualche bonus sporadico.
Micol Maccario
CUNEO Natalità