"Silvio Berlusconi copia Arnaldo Mussolini?"
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di un lettore sulla proposta "ambientalista" del leader di Forza ItaliaRiceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, ha dato avvìo alla campagna elettorale rilanciando, fra l’altro, l’impegno a piantare ogni anno un milione di alberi. Ottimo e lungimirante proposito , che anche il governo Draghi si proponeva, alla buon’ora, di realizzare.
Bisogna ammettere che le esperienze del passato possono insegnare qualcosa. Questo programma è in pratica copiato da quanto è stato scritto il 15 giugno 1928 da Arnaldo Mussolini fratello “silenzioso” e molto ascoltato dal Duce sul periodico “Il Bosco” in qualità di presidente del Comitato Nazionale Forestale. Ecco le linee d’azione:«1) il Comitato Nazionale Forestale non ha i mezzi e i poteri per affrontare in pieno il problema del rimboschimento generale italiano. Può però volgarizzare questo principio fondamentale nella coscienza di tutti gli italiani e si può servire, a questo scopo, delle scuole, del cinematografo, delle istituzioni e delle società che sfruttano e si interessano di economia montana; può dar vita e collaborare a Mostre ed a Esposizioni; può e deve valorizzare le iniziative dei privati ed essere intimamente vicino a tutto gli elementi tecnici che si interessano di boschi, di foreste, di corso delle acque e di agricoltura montana.
2) Quando noi parliamo di boschi, il pensiero si riporta quasi sempre ed esclusivamente alla montagna. E’ vero che le montagne occupano la parte preminente per ciò che significa ricostruzione boschiva; ma in Italia si deve generalizzare un nuovo convincimento, che io vorrei definire il culto dell’albero, e come tale la propaganda del Comitato Nazionale Forestale può interessare le montagne e le marine, le rupi scoscese e i greti dei fiumi, la pianura, i viali alberati della città e le piantagioni che dovrebbero allinearsi lungo le strade nazionali, le autostrade, i relitti ferroviari e le stesse stazioni fiorite.
3) Non si può trattare il problema forestale senza discutere e possibilmente risolvere prima il problema delle frane, dei calanchi, dell’imbrigliamento delle rupi e la sistemazione dei torrenti. A tale proposito sono interessati particolarmente tutti coloro che producono energia e tutti i Comuni che traggono l’acqua potabile dalle sorgenti vive della montagna.
4)Vi è poi un problema di educazione civile e di rispetto verso gli alberi. In questa materia molto può fare la scuola, perché la festa degli alberi non sia solo una cerimonia fredda, per quanto caratteristica, ma sia un rito degno di tutto l’amore e di tutto il rispetto delle giovani generazioni.
5) Siccome nella vita moderna l’elemento volgarizzatore per eccellenza è il giornale, io confido che questa propaganda più intensa sia oggetto di attenta cura da parte non solo della stampa tecnica ma anche della stampa politica.»
Grazie per l’attenzione, cordialmente.
Paolo Chiarenza (Busca)
Redazione
CUNEO lettera al direttore