Sos vendemmia: ‘Con la quarantena da Romania e Bulgaria a rischio un terzo degli stagionali cuneesi’
Coldiretti lancia l’allarme: sono oltre 100mila i braccianti rumeni e 10mila i bulgari che giungono ogni anno in Italia. La normativa anti-Covid potrebbe penalizzarliSono oltre 100 mila gli stagionali agricoli che arrivano ogni anno dalla Romania in Italia ai quali si aggiungono più di diecimila cittadini bulgari. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ordinanza che dispone la quarantena per i cittadini che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria.
Circa 1/3 dei braccianti stagionali assunti dalle aziende cuneesi, in particolare, arriva dalla Romania. Molto spesso si tratta delle medesime persone già formate e qualificate, che ogni anno attraversano i confini per un lavoro stagionale e fanno poi ritorno nel Paese d’origine, con le quali le aziende agricole hanno stabilito nel tempo un rapporto di fiducia. Molti di questi lavoratori si trovano già sul nostro territorio per le raccolte della frutta ma permane la preoccupazione per gli arrivi in vista dell’imminente vendemmia. In territorio piemontese tradizionalmente si incomincia a fine agosto con il Moscato e i vini aromatici e si termina a fine ottobre con i vini rossi corposi, come il Nebbiolo.
“In questo contesto - sostiene Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo e presidente di Coldiretti Piemonte - è urgente una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.
Nella nostra Provincia sono circa 1.800 le aziende vitivinicole che ogni anno impiegano oltre 4.000 lavoratori per la raccolta delle uve e che secondo l’associazione di categoria potrebbero beneficiare del voucher semplificato: “I voucher - ricorda Coldiretti Cuneo - sono stati introdotti per la prima volta nel 2008 proprio per la vendemmia con l’obiettivo di ridurre la burocrazia e dare una possibilità di integrazione del reddito a studenti e pensionati. Negli anni successivi quello dei campi è stato l’unico settore rimasto legato all’originaria disciplina ‘sperimentale’ con tutte le iniziali limitazioni e con gli accresciuti appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo e che ora vanno eliminati”.
“Rimane fondamentale - aggiunge Moncalvo - intervenire per ridurre il costo del lavoro a carico delle imprese allo scopo di colmare il divario con il resto dei Paesi UE”.
Redazione
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