Sul progetto per il nuovo stadio di Cuneo più dubbi che certezze
Lo studio sul nuovo e avveniristico impianto presentato in Comune, ma tra i Consiglieri le perplessità superano le impressioni positive“Voi lo chiamate progetto, io lo chiamo metaprogetto. Di concreto abbiamo visto poco. Io chiedo serietà: la proposta è supportata dal Cuneo Calcio o la società e Res On Network viaggiano su binari diversi? Ripeto, serve serietà anche nei confronti dei tifosi, che fanno sacrifici per seguire la squadra. Quest'anno ci sono giocatori forti, un bravo allenatore, ma il resto, con le note vicende extra-campo, mi fa paura. Serve una società seria. Come possiamo sognare se non sappiamo se questa società può permetterci di farlo?”. Con questo intervento, il più significativo della serata, il consigliere Carmelo Noto (Pd), ha commentato il progetto per il nuovo stadio di Cuneo, presentato stasera da Marco Santarelli, direttore scientifico della Res On Network, affiancato dagli ingegneri Gianluca De Falco e Alessandro Romagnoli, di fronte a tre commissioni consiliari riunite (II, III e VI).
Un progetto a dir poco ambizioso: un impianto dotato di turbine idroelettriche che, prelevando acqua dal fiume Stura (l'area pensata è quella del palazzetto dello sport) si autoalimenterebbe e autososterrebbe dal punto di vista energetico ed economico. Un impianto dal costo di circa 8 milioni di euro, con 5-6 mila posti, che occuperebbe una superficie da 4 a 6 ettari, completo di auditorium, museo e locali da destinare a sport diversi dal calcio, dotato inoltre di sistema di riconoscimento della retina agli ingressi. Molti consiglieri, però, hanno avanzato perplessità su un progetto parso privo, per il momento, di precisi dati sul finanziamento dell'opera, sulla funzionalità, sui costi di gestione e sulla contestualizzazione urbanistica.
Ricevendo l'appoggio di Beppe Lauria e Gianfranco Demichelis (“Ci propongono un progetto che per il Comune sarebbe a costo zero, dal punto di vista politico non mi posso opporre, a valutare saranno i tecnici”), la bozza ha come detto fatto storcere il naso a molti dei consiglieri presenti. Carlo Garavagno (ingegnere elettrico) ha avanzato dubbi sulla fattibilità tecnica del sistema a turbine, Valter Bongiovanni ha criticato l'inserimento dell'impianto in un'area che “sforerebbe” nel parco fluviale, altri, come il già citato Noto, hanno chiesto lumi sulla solidità a lungo termine della società che usufruirebbe dello stadio, vale a dire il Cuneo Calcio: “Quali obiettivi ha il Cuneo Calcio dal punto di vista sportivo? Prima di costruire uno stadio simile servono garanzie da questo punto di vista”, ha commentato Silvia Cina, consigliera del Movimento 5 Stelle (anch'essa ingegnere), che ha poi manifestato il suo scetticismo sulla possibilità di attingere concretamente dalle acque dello Stura. “Una società che vuole intraprendere un progetto simile deve essere sana finanziariamente. Siate seri nel mantenere i vostri impegni”, ha chiosato Silvano Enrici.
A rispondere sulle questioni societarie è stato il direttore sportivo Sergio Borgo, presente a rappresentare la società insieme al direttore generale Simone Sivieri e all'amministratore unico Oscar Becchio: l'ex calciatore della Lazio ha ammesso le difficoltà degli ultimi mesi, senza però fornire concrete rassicurazioni sul futuro.
A chiudere il dibattito l'assessore allo Sport Cristina Clerico: “Siamo tutti d'accordo sulla necessità di avere un nuovo stadio, ma non possiamo disinteressarci dell'aspetto sportivo. Serve una valutazione sia sportiva che economica sul Cuneo Calcio. Costruire uno stadio con prospettive di crescita è diverso da costruirlo per un campionato di Eccellenza”.
La commissione si era aperta con lo striscione esposto dai tifosi: "Anni e anni di parole, è l'ora dei fatti: sì stadio!". Al termine della commissione non sono mancati momenti di tensione, con alcuni tifosi che hanno attaccato i nostri cronisti, rei di essere “troppo critici” nei confronti del Cuneo Calcio, e con Giorgio Chiesa, vice presidente di Federalberghi Cuneo, che ha chiesto conto ai dirigenti del club di corso Monviso dei debiti accumulati nei confronti delle strutture ricettive della città (si parla di un insoluto totale di circa 40 mila euro).
Andrea Dalmasso
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