Sull'autostrada Torino-Savona aumentano i pedaggi
Il presidente dell'Uncem Pimeonte Lido Riba: 'Aumenti scellerati'. Al rialzo anche le tariffe della Torino-Aosta e della Torino-Bardonecchia
"Grazie al duro lavoro fatto al Mit in questi ultimi giorni, e nonostante tantissimi ostacoli, ho firmato i decreti grazie ai quali, nel 2019, non scatterà nemmeno un centesimo di aumenti dei pedaggi sul 90% delle autostrade italiane". Lo ha scritto nei giorni scorsi su Facebook il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sottolineando che "nella maggior parte dei casi l'assenza di rincari è il risultato di una fruttuosa interlocuzione con i concessionari autostradali". Peccato che il 90% non rappresenti il totale e 'guarda caso' ad essere penalizzato è il Piemonte, provincia di Cuneo in primis. Già, tra le uniche tratte a livello nazionale in cui si registrano aumenti ai pedaggi c'è la Torino Savona, in compagnia della Torino-Aosta e della Torino-Bardonecchia. "Aumenti scellerati, gravissimi", secondo Lido Riba e Marco Bussone, Presidenti Uncem regionale e nazionale.
"È inaccettabile - affermano Riba e Bussone - Tutti gli anni denunciamo questo scandalo. Tutti gli anni chiediamo che a fronte degli aumenti vi siano investimenti e soprattutto benefici per i territori. Le autostrade piemontesi, come in pochi altri pezzi di Paese, sono autostrade di connessione con l'Europa. Attraversano Alpi e Appennini, verso la Francia e la Svizzera. Uniscono il Paese all'UE. Eppure nessuno considera che quei tratti alpini e appenninici sono fondamentali per l'Italia. Ai territori però torna niente. Neanche quale misero euro per un po' di porfido o di asfalto per mettere in sicurezza la rete secondaria. Da tre anni, chiediamo che nelle leggi di bilancio statali sia inserita una norma che permetta di usare una percentuale dei canoni per le concessioni autostradali incassati dallo Stato per la manutenzione della rete di strade secondarie locali e per alimentare il fondo montagna. Qualche milione di euro l'anno potrebbe essere utile per reti locali di mobilità elettrica, per la manutenzione ambientale, per la valorizzazione delle zone forestali vicine alle autostrade. Nessuno ascolta Uncem. La logica del pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali non interessa, disturba pesantemente molte lobby. Le società autostradali si guardano bene dall'aprire tavoli di dialogo, come avevamo fortemente auspicato dopo la tragedia del Ponte Morandi. Il ritorno ai territori per quelle lingue di asfalto che solcano le valli è pari a zero. Solo impatto acustico e ambientale. Così questi aumenti sono ancora più gravi. Scellerati".
Altro che inflazione. Le tariffe crescono di molti, troppi, punti percentuali. "Chiediamo ai Parlamentari piemontesi, al Consiglio e alla Giunta regionale - spiegano ancora i Presidenti regionale e nazionale Uncem - di mobilitarsi con noi verso il Governo e le società. I Concessionari piemontesi, il Concessionario, sta facendo quel che vuole. La tangenziale non aumenta? Lì andrebbero tolti tutti i pedaggi dalle barriere in entrata e in uscita. È doppiamente scandaloso vi sia da pagare per chi entra ed esce dalla circonvallazione della città. Gravissimo. Vanno tolti tutti i balzelli. Sarà decisiva la gara per la riassegnazione della tratta. I territori devono contare. E se gli aumenti di ieri non verranno rivisti entro un paio di settimane, potremmo portare i Sindaci sotto le Prefetture. In piazza. Racconteremo ai Prefetti la gravità di situazioni che fanno male al Piemonte, il danno dell'aumento delle tariffe autostradali, oltre alla beffa di non avere alcun ristorno per i territori. Gravissimo. La montagna guiderà la mobilitazione".
"È inaccettabile - affermano Riba e Bussone - Tutti gli anni denunciamo questo scandalo. Tutti gli anni chiediamo che a fronte degli aumenti vi siano investimenti e soprattutto benefici per i territori. Le autostrade piemontesi, come in pochi altri pezzi di Paese, sono autostrade di connessione con l'Europa. Attraversano Alpi e Appennini, verso la Francia e la Svizzera. Uniscono il Paese all'UE. Eppure nessuno considera che quei tratti alpini e appenninici sono fondamentali per l'Italia. Ai territori però torna niente. Neanche quale misero euro per un po' di porfido o di asfalto per mettere in sicurezza la rete secondaria. Da tre anni, chiediamo che nelle leggi di bilancio statali sia inserita una norma che permetta di usare una percentuale dei canoni per le concessioni autostradali incassati dallo Stato per la manutenzione della rete di strade secondarie locali e per alimentare il fondo montagna. Qualche milione di euro l'anno potrebbe essere utile per reti locali di mobilità elettrica, per la manutenzione ambientale, per la valorizzazione delle zone forestali vicine alle autostrade. Nessuno ascolta Uncem. La logica del pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali non interessa, disturba pesantemente molte lobby. Le società autostradali si guardano bene dall'aprire tavoli di dialogo, come avevamo fortemente auspicato dopo la tragedia del Ponte Morandi. Il ritorno ai territori per quelle lingue di asfalto che solcano le valli è pari a zero. Solo impatto acustico e ambientale. Così questi aumenti sono ancora più gravi. Scellerati".
Altro che inflazione. Le tariffe crescono di molti, troppi, punti percentuali. "Chiediamo ai Parlamentari piemontesi, al Consiglio e alla Giunta regionale - spiegano ancora i Presidenti regionale e nazionale Uncem - di mobilitarsi con noi verso il Governo e le società. I Concessionari piemontesi, il Concessionario, sta facendo quel che vuole. La tangenziale non aumenta? Lì andrebbero tolti tutti i pedaggi dalle barriere in entrata e in uscita. È doppiamente scandaloso vi sia da pagare per chi entra ed esce dalla circonvallazione della città. Gravissimo. Vanno tolti tutti i balzelli. Sarà decisiva la gara per la riassegnazione della tratta. I territori devono contare. E se gli aumenti di ieri non verranno rivisti entro un paio di settimane, potremmo portare i Sindaci sotto le Prefetture. In piazza. Racconteremo ai Prefetti la gravità di situazioni che fanno male al Piemonte, il danno dell'aumento delle tariffe autostradali, oltre alla beffa di non avere alcun ristorno per i territori. Gravissimo. La montagna guiderà la mobilitazione".
d.c.
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