Tenda bis, l'ad di Anas: ''Il progetto attuale garantisce minori impatti ambientali''
Di fronte alle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera Massimo Simonini ha commentato l'ipotesi di realizzare un tunnel più a valle dopo i danni provocati dall'alluvioneOggi, martedì 15 dicembre, l’Amministratore Delegato di Anas Massimo Simonini ha riferito in Audizione presso le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati: sul tavolo il tema del ripristino del collegamento internazionale tra Italia e Francia tramite il Colle di Tenda.
L’alluvione del 2 e 3 ottobre ha causato il grave danneggiamento del tracciato in uscita dal tunnel di Tenda lungo il versante francese, comportando la sospensione dei lavori per il raddoppio del tunnel ("Fermo restando che sia il tunnel storico che gli scavi nella nuova canna non hanno riportato danni”, si legge nella nota diffusa dall’Anas).
“I lavori di realizzazione del nuovo tunnel di Tenda – ha spiegato l’AD Simonini – sono il frutto di un processo progettuale e autorizzativo che ha coinvolto l’Italia e la Francia nell’ambito della Conferenza Intergovernativa (CIG). La soluzione attuale approvata congiuntamente e aggiudicata tramite Appalto Integrato nel 2009 è scaturita da articolate analisi tecnico-economiche, funzionali e ambientali che, in confronto con altre ipotesi, ne hanno determinato la scelta finale in quanto risultata più vantaggiosa”.
“Anas è pronta ad accogliere le indicazioni che perverranno dal Governo mettendo a disposizione tutte le competenze e le professionalità di cui dispone per la realizzazione dell’opera. Tuttavia - ha sottolineato l’AD Simonini – dalle analisi tecnico-economiche e da quelle relative all’iter autorizzativo risulta che la soluzione attuale garantisce, rispetto alle altre ipotesi analizzate, ovvero galleria a quote inferiori, minori impatti ambientali con riferimento al rischio di interferenze con le acque sotterranee che alimentano l’Acquedotto delle Langhe e delle Alpi Cuneesi, costi di realizzazione inferiori e minore produzione di materiali di scavo. Non escludendo a priori la proposta di realizzare il tunnel più a valle, va sottolineato che la scelta di proseguire con il progetto attuale, opportunamente modificato alla luce del dissesto che ha interessato l’area di imbocco sul lato francese, permette una serie ulteriore di rilevanti vantaggi: evita la necessità di una modifica sostanziale del Trattato di Parigi del 12 marzo 2007 tra Francia e Italia (e della probabile conseguente nuova ratifica parlamentare) che regola le modalità di realizzazione del Nuovo Tunnel del Colle di Tenda; consente di non riavviare ex novo le interlocuzioni in sede di CIG; consente di rimanere nel solco delle autorizzazioni già acquisite e dei termini contrattuali in essere, evitando inoltre la necessità di riavviare l’intero iter approvativo, tra cui la Valutazione d’Impatto Ambientale transfrontaliera, le procedure di esproprio in Italia e Francia e infine l’espletamento di nuovo appalto. In particolare, la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva su un nuovo tracciato richiederebbero tempistiche e costi oggi non quantificabili a fronte dei 35 milioni di euro investiti e consuntivati per una parte delle opere all’aperto e lo scavo già realizzato che ha raggiunto i 1.270 metri sul lato italiano e i 490 metri lati Francia sui 3.300 complessivi”.
“In accordo con la CIG – ha aggiunto – e in attesa di ricevere specifiche direttive di natura politica, stiamo anche valutando alcune soluzioni progettuali finalizzate a completare i lavori nei tempi più rapidi, tenendo conto che gli eventi occorsi nella zona di imbocco sul versante francese hanno determinato una variazione significativa della morfologia del territorio. Abbiamo in corso gli studi geognostici che ci consentiranno di definire un progetto che preveda la costruzione di un ponte a doppio senso di circolazione di collegamento fra i tunnel e la strada dipartimentale. Il sostegno a questa ipotesi è arrivato durante la CIG di ottobre quando il Gestore francese ha espresso la volontà di ripristinare i collegamenti stradali della valle Roya per un impegno di circa 500 milioni di euro”.
“Il grave dissesto del versante francese ha peraltro determinato l’assenza di traffico veicolare e ciò potrebbe consentire di riprogrammare gli scavi avviando in contemporanea la fase di adeguamento del tunnel storico con un risparmio significativo dei tempi di lavoro”, conclude Anas nella sua nota.
Redazione
LIMONE PIEMONTE Tenda Bis