Tenda bis, l'ex consigliere provinciale Paolo Chiarenza "boccia" l'ipotesi di un tunnel basso
L'intervento del decano della destra cuneese dopo la proposta rilanciata nei giorni scorsi da alcuni SindaciRiceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
dopo ben 35 anni di idee, studi, progetti, discussioni per realizzare un nuovo traforo di Tenda, si vanno a rivangare alcune vicende storiche che hanno ipotecato alle origini decisioni e programmi. Magari può essere utile ripercorrere esperienze del passato, ma è necessario farlo senza cadere in confusioni e volere ricominciare tutto da capo. Cambiare tutto per non cambiare niente, per dirla con il Gattopardo.
Il compianto Giacomo Oddero, presidente della Camera di Commercio di Cuneo, in un ordine del giorno trasmesso nel lontano 1989 ai vari ministri competenti, sosteneva: ”Il tunnel del colle di Tenda, un traforo vecchio di un secolo, non può considerarsi, né lo è mai stato da parte dell’imprenditoria cuneese, un transito adatto alle esigenze di un traffico rapido e sicuro su una direttrice che pure è classificata di rilevanza europea”. Dal canto loro i francesi avevano già il progetto pronto dal settembre 1988, approvato dal Consiglio generale del Dipartimento delle Alpi Marittime. È un Tenda bis a quota più bassa (circa 1.100 metri). Ingresso dal versante francese appena sopra Vievola, uscita all’altezza di Sant’Anna, tra Limone e l’attuale valico: in tutto sei chilometri e trecento metri con pagamento del pedaggio.
Mentre la Provincia si dichiara d’accordo sul progetto come pure la Provincia di Imperia (perché vede allontanarsi gli inconvenienti dell’inverno) e i Comuni della valle Roya (con capofila il senatore Ballarello sindaco di Tenda), l’idea non piace al Comune di Limone, perché determinerebbe un impatto, sull’intero ambiente, insostenibile. Fra l’altro, qualcuno portato a pensare male, insinua che il tunnel più basso riceve pressioni di carattere finanziario da parte di gruppi che avrebbero guadagnato di più costruendo una galleria più lunga.
Ma già nel 1989 una nota resa pubblica dalla Sitraci S.p.a., richiamando gli studi effettuati da italiani e francesi sulle caratteristiche geotermiche e idrogeologiche, avverte: “Il traforo presenta senza dubbio numerose difficoltà di scavo, collegate a cattive caratteristiche meccaniche di molte rocce da attraversare ed alla probabilità di incontrare importanti venute d’acqua”. Tant’è che in data 10 gennaio 1990, il presidente della Provincia Giovanni Quaglia scrive al presidente del Conseil Gènèral des Alpes Marittimes a Nizza: ”È però noto che un traforo lungo e basso richiede notevoli tempi di progettazione, notevoli tempi di realizzazione e prima ancora notevoli tempi di valutazioni e decisionali. Per questo, in accordo con l’ANAS, abbiamo proceduto alla progettazione, ormai quasi ultimata, di un traforo moderno e valido affiancato all’attuale, con rettifica anche dei pericolosi tornanti esistenti agli imbocchi sia dalla parte italiana sia dalla parte francese; il progetto è realizzato dal nostro Ufficio Ptogetti Lavori Speciali, diretto dall’ing. Giuseppe Vassallo”.
La “Stampa” del 2281990 annuncia: “Sì al Tenda bis. Finalmente Provincia, Comuni, associazioni di categoria, artigiani, commercianti, albergatori e industriali vogliono un solo Tenda bis: messi da parte divisioni e 'distinguo' che nel passato avevano contribuito a rallentare l’individuazione di una soluzione unica, gli enti interessati hanno trovato l’accordo sulla bozza di progetto presentata durante un incontro in municipio a Limone. Del progetto della nuova galleria si occuperà subito l’ing. Giuseppe Vassallo, dell’Ufficio tecnico provinciale. L’imbocco sarà, sul versante italiano, dal Piazzale della Dogana a una quota di 1.320 metri circa".
Nella sua relazione tecnica presentata ufficialmente il 16 novembre 1993 l’ing. Vassallo, che ha sempre avuto idee chiare e lungimiranti in proposito, afferma: ”Con questo progetto stradale si è inteso portare ad un livello di definizione prossimo al livello esecutivo e pertanto di celere e facile cantierabilità il progetto di tracciato alto, respingendo la soluzione più bassa, per problemi di impatto nell’area urbanizzata di Limone-S.Anna. Inoltre, l’indagine comparativa con una soluzione più bassa ha messo in luce alla testata Nord una considerevole difficoltà a fornire il necessario impianto stradale di accesso per gli spazi utili molto ridotti e per la presenza di urbanizzazione. In questo quadro si deve considerare, al fine del dimensionamento, che un traforo basso sicuramente richiama una più consistente percentuale di veicoli pesanti (rispetto alla soluzione alta, a dominante vocazione turistica) e pertanto sistemazioni più impegnative. In particolare mancano gli spazi utili per attrezzare il tronco stradale adducente al tunnel, tronco che deve essere dotato di adeguato svincolo per il proseguimento verso l’alto della strada stessa”. Proseguiva l’ing. Vassallo: ”L’impatto ambientale, anche per il maggior richiamo di autocarri per l’imbocco di Limone, è sensibilmente più alto. Riguardo l’ipotizzata soluzione di progetto basso va ancora segnalato il rischio di interferenze con il regime idrologico del vicino tunnel ferroviario (opera di presa dell’Acquedotto delle Langhe); va segnalato soprattutto l’aggravato problema dei siti per la sistemazione corretta dei volumi di smarino”.
Queste citazioni servono anche per smentire coloro che per avvalorare la loro vocazione ai mutamenti e alle reinvenzioni sono ricorsi erroneamente al supporto di un grande tecnico di strade e gallerie come l’ing. Giuseppe Vassallo che ha invece sempre avuto in mente il progetto che ha a lungo studiato e poi presentato. Come al solito capita in quel di Cuneo, la deleteria mentalità e il modo di agire dei responsabili, mette in mostra negli anni mutamenti di idee e reinvenzioni di progetti che complicano e rendono vani i propositi. Anche per il Tenda bis affrontiamo un progetto “mobile qual piuma al vento”.
È comunque utile una considerazione finale fra le tante. Nel novembre 1992, il Direttore generale dell’ANAS Mariano Del Papa al riguardo dell’intervento governativo per il nuovo traforo del Colle di Tenda, raccomandava in una lettera al ministro Raffaele Costa testualmente: “In un prossimo incontro fra la parte italiana e quella francese la S.V. Ill.ma potrebbe svolgere funzioni di stimolo verso la controparte francese, che certo non è la più interessata all’opera dal momento che la stessa riguarda soprattutto i collegamenti tra il Piemonte e la Liguria Occidentale”.
La ringrazio per la pubblicazione, distintamente.
Paolo Chiarenza
Ex consigliere provinciale
c.s.
LIMONE PIEMONTE Tenda Bis